Maschere, carri allegorici e tanti dolci Il Carnevale 2019 vale 228,5 milioni

Cresce la voglia di festeggiare il Carnevale: quest’anno il giro d’affari attorno a questa festa arriverà fino a quota 228,5 milioni di euro, in crescita rispetto al 2018. A rivelarlo è un’indagine del centro studi Cna . Domani si apre il fine settimana clou, con iniziative in tutta Italia. Festa di dolci in tavola

28 febbraio 2019 | 11:02
Una festa, quella del Carnevale, che pare non conoscere crisi; l’incremento della spesa degli italiani, secondo la ricerca, è di 8 milioni e mezzo (pari al 3,7%) rispetto all’anno passato, e di addirittura 28,5 milioni rispetto a due anni fa.



A fare la parte del leone sono, senza sorprese, le città le cui iniziative sono da sempre quelle più rinomate, a partire da Venezia, con un movimento economico complessivo stimato intorno ai 65 milioni (erano 60 nel 2018), nonostante l’iniziativa del numero chiuso, introdotta proprio quest’anno. Seguono Viareggio (30 milioni) con i suoi carri, Ivrea (3,5 milioni), con la battaglia delle arance e gli antichi carnevali di Cento e Putignano, quest’ultimo risalente al 1394.



Ma sono un centinaio gli eventi organizzati in tutto il Paese per festeggiare il Carnevale: tra la riscoperta delle tradizioni e la ripresa di festeggiamenti abbandonati nel tempo, questo numero continua a crescere anno dopo anno. Domani a Verona, per esempio, si tiene la distribuzione degli gnocchi, presieduta dal Papà dello gnocco, mitica figura medievale con un forcone in mano sul quale campeggia uno gnocco infilzato.



A tavola le frappe sono il dolce più caratteristico di questo periodo, e vengono chiamate, nelle diverse parti d'Italia, anche chiacchiere, bugie, ciarline, fiocchetti, cenci, galani e crostoli. Tanti nomi per queste dolci strisce a base di farina, uova e zucchero, fritte o cotte al forno. Ma ci sono anche i tortelli di carnevale (soprattutto in Lombardia e altre aree del Nord), gli strufoli o struffoli (in tutto il Sud, chiamati pignolata in Sicilia e in Calabria), le castagnole (nel Lazio, nelle Marche e in altre zone del Centro) e le ravioline fritte (Emilia-Romagna).

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Alberto Lupini


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