Un nuovo libro di Michil Costa per un turismo sostenibile e consapevole

"FuTurismo, un accorato appello contro la monocultura turistica", è il nuovo libro di Michil Costa, che esprime l'urgenza di un turismo più responsabile, attento e sostenibile. La presentazione

11 maggio 2023 | 08:30
di Giulia Marruccelli

Biancavigna, cantina immersa sulle colline di Ogliano, a due passi da Conegliano, terra del Prosecco, è stata scelta come sito ideale per la presentazione del libro “FuTurismo, un accorato appello contro la monocultura turistica”, di Michil Costa. L’evento è stato moderato da Antonio Paolini, direttore della guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso, e ha toccato in maniera impattante, come è nello stile dell’autore, argomenti e tematiche legati al turismo di massa, mettendo in evidenza gli impatti sociali, ambientali ed economici della cosiddetta monocultura turistica.

L’autore Michil Costa

Michil Costa, uomo di cultura, ambientalista e visionario, è l’iconico albergatore ladino che insieme alla sua famiglia gestisce e dirige strutture quali l’Hotel La Perla di Corvara, il Berghotel Ladinia e lo storico Albergo Posta Marcucci in Val d’Orcia, seguendo i principi dell'economia del bene comune. Nato nel 1961, è anche attivo nel campo dell'ambiente e dell'ecologia e ricopre la carica di presidente della Maratona des Dolomites. Inoltre, in qualità di fondatore della Costa Family Foundation, promuove progetti di sviluppo in Africa, Asia e Sud America, con l'obiettivo di portare un reale beneficio alle comunità meno fortunate.

La prefazione di Massimo Cacciari

Filosofo, professore di estetica all’Università di Venezia, ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari con la sua prefazione offre una considerazione sul tema onestamente attuale: “L'imprenditore intelligente oggi non soltanto sa che deve essere il primo a difendere l'ecosistema in cui opera, ma anche che la sua impresa ha carattere sociale più ampio. Che lo voglia o no, l'impresa ha oggi proprio questo carattere”.

FuTurismo, un accorato appello contro la monocultura turistica di Michil Costa

Le ripercussioni della monocultura turistica sono evidenti soprattutto sulle Alpi: strade congestionate, seconde case vuote, che fanno lievitare i prezzi immobiliari, impianti di risalita e piste su ogni vetta, concorrenza spietata tra strutture alberghiere. Ma è proprio questo quello che gli ospiti stanno cercando?

In queste pagine è evidente l’accorato appello che l’autore vuole condividere attraverso riflessioni argute e pungenti costellate di frammenti di vita privata e citazioni attinte da letteratura e filosofia, con la necessità di una riflessione profonda sul futuro del turismo e dell'ambiente. Uno dei concetti più forti e noti del linguaggio di Michil Costa in tale direzione è quello di turismo “porno alpino", che indica la natura vista come mero capitale e il profitto come unico obiettivo aziendale, la monocultura turistica al posto della cultura dell'ospitalità e la turistificazione di massa al posto della convivenza tra le diverse comunità. Il turismo “porno alpino” rappresenta una forma di mercificazione che priva la natura della sua sensualità e del suo valore emotivo, e che rischia di causare gravi danni all'ambiente e alle comunità locali.

È quindi urgente adottare un approccio consapevole e sostenibile al turismo, che tenga conto della fragilità dell'ambiente e della necessità di preservare la sua bellezza e la sua diversità. Un esempio virtuoso e concreto è rappresentato dalla destagionalizzazione del turismo, sviluppando l'offerta durante tutto l'anno invece di concentrarsi solo su periodi specifici come l'estate o l'inverno, cercando di rendere il settore turistico più stabile, sostenibile e resiliente alle fluttuazioni stagionali. Tutto ciò può comportare la creazione di nuove attrazioni turistiche e la diversificazione dell'offerta, come ad esempio l'introduzione di attività culturali, sportive o di benessere. Il tutto nel nome dell'etica, una parola facile da pronunciare ma difficile da praticare. In conclusione, il libro di Michil Costa rappresenta un importante appello alla responsabilità e alla consapevolezza, perché solo attraverso un approccio sostenibile e rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali, potremo garantire un futuro migliore per tutti.

La Cantina Biancavigna

BiancaVigna è un’azienda a conduzione familiare nata nel 2004 e condotta dai fratelli Elena ed Enrico Moschetta dopo aver ereditato alcuni vigneti dal nonno Genesio. Con la vendemmia 2015 è stata inaugurata la nuova cantina, realizzata secondo il protocollo di sostenibilità, sulle bellissime colline di Ogliano, a pochi chilometri da Conegliano, dal 2019 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La produzione di BiancaVigna si concentra principalmente sul Prosecco della zona Docg, Denominazione di Origine Controllata e Garantita, il più alto livello qualitativo per i vini italiani. Tra i vini pluripremiati di Biancavigna spiccano i 3 Rive, due in versione Extra Brut (Rive di Ogliano e Rive di Soligo) e una in versione Extra Dry (Rive di Collalto).

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Alberto Lupini


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