Spesso ci riferiamo al tartufo come a un "prezioso tubero," ma è importante capire che questa definizione è troppo limitante ed errata per un tesoro culinario così straordinario. Il tartufo è in realtà un fungo ipogeo simbionte, una meraviglia nascosta sotto terra che sfida le etichette comuni.
Sfortunatamente, l'ignoranza riguardo al tartufo è ancora diffusa, specialmente tra coloro che operano nel settore del turismo o promuovono iniziative gastronomiche. Molti di loro si esprimono senza comprenderne a fondo la complessità, narrando storie che spesso si discostano dalla realtà.
Invitiamo coloro che si interessano al tartufo a studiarne i segreti con più attenzione e a scoprire il suo vero valore. Questo implica un'immersione tra le roverelle, le querce e i carpini, all'interno di boschi incantevoli, magari in compagnia di un fedele lagotto o bracco-pointer, guidati da un esperto cavatore che può insegnarci la storia e la tradizione del tartufo.

Per veramente comprendere il tartufo, è necessario calarsi in cucina con gli chef, dialogare con i sommelier e coinvolgersi in conversazioni con i membri del personale di sala. Questi ultimi devono essere in grado di trasmettere la storia del tartufo a un pubblico curioso, benestante e desideroso di scoprire il patrimonio unico e meraviglioso che esso rappresenta.
Se non si è pronti a fare queste esperienze, è importante comprendere che non si è ancora pronti a parlare del tartufo. Non si può discutere di cucina, di abbinamenti o della cultura straordinaria, solida e intrinseca del popolo italiano. Pertanto, se non avete vissuto queste esperienze, vi esortiamo a studiarlo accuratamente prima di tentare di narrare il mondo affascinante del tartufo.
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