Virus, la Sardegna si... isola Traghetti e aerei solo per le merci

Totale quarantena nell'isola che non ha morti e solo contagiati venuti dal continente. Controlli a tappeto sui non residenti che hanno raggiunto la Sardegna per andare nelle seconde case . Chiusi i collegamenti con la Corsica. Dimezzate le tratte con le isole minori. Aperto, ma quasi deserto, l’aeroporto di Cagliari

14 marzo 2020 | 17:22
Quarantacinque contagiati e ancora nessuna vittima, ma oltre 13mila persone che, arrivando dalle regioni del Nord, si sono autodenunciate (come prevedono le normative in atto) e ora sono in isolamento domiciliare. È la fotografia della situazione in Sardegna a cinque giorni dal decreto che ha esteso a tutta Italia la zona arancione per l’emergenza coronavirus. E mentre sono partiti controlli a tappeto verso tutti i non residenti, proprietari per lo più di seconde case o sardi che sono "fuggiti" dal nord Italia, il Govern ha deciso di bloccare traghetti e voli sigillando l'isola.



Rispondendo ad una richiesta del presidente della Regione Sardegna per l'emergenza coronavirus, la ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha firmato un decreto con il quale vengono sospesi i collegamenti e i trasporti ordinari delle persone da e per la Sardegna sino al 25 marzo. Si vola solo tra Fiumicino e Roma, mentre sulle navi potranno viaggiare solo le merci. Il trasporto delle persone su traghetti e velivoli può avvenire soltanto su autorizzazione della Regione e per dimostrate e improrogabili esigenze.

La Sardegna è attualmente l'unica regione che viene messa in completa quarantena. Nell'Isola si è arrivati a 50 casi ma nessun cluster, tutti i contagi sono stati importati: in alcuni casi da sardi che erano stati nella Penisola per lavoro o da contatti con cittadini provenienti extra territorio. Anche per questo motivo il governatore Solinas aveva più volte sollecitato il governo a prendere misure drastiche per la Sardegna, che da oggi è la prima parte dell'Italia ad essere completamente "sigiillata".

Ora la Regione si chiude ancor di più, per provare a proteggersi dal contagio: si parte dall’inasprimento dei controlli sul territorio, per cui sono stati schierati 1.300 uomini del Corpo forestale. E ancora: per limitare spostamenti e contatti e contenere l'epidemia, un'ordinanza del presidente della Regione Christian Solinas dimezza le corse del trasporto pubblico locale (treni, metropolitana leggera e bus), chiude i collegamenti con la Corsica e taglia di almeno il 20% quelli diurni i con le isole minori (Carloforte, La Maddalena e l'Asinara), del 50% le tratte marittime notturne.

Per quel che riguarda invece il traffico aereo, l’unico scalo autorizzato a restare aperto in Sardegna è quello di Cagliari Elmas, che però è ormai quasi deserto. Da settimane gli aerei, anche quelli della continuità territoriale per Roma Fiumicino e Milano Linate, volano semivuoti. Oggi erano previsti solo otto voli fra arrivi e partenze sui due principali scali della penisola, ma uno nel frattempo è stato cancellato. Domani saranno sei. Da oggi, infatti, le tre compagnie low cost Ryanair, Easyjet e Volotea hanno sospeso tutte le tratte su Cagliari, dove nei primi 12 giorni di marzo, il traffico passeggeri si è più che dimezzato (-54%).



Ma restano aperte le rotte marittime e sui traghetti dal resto d'Italia l'esodo continua, come segnalano sindaci dei Comuni costieri e residenti. Al porto di Olbia un gruppo di una trentina di persone sbarcate dal traghetto salpato da Livorno ha deciso di salire si un bus di linea diretto a Nuoro, nonostante una di loro tossisse insistentemente. L'autista della corriera, preoccupato, ha fatto scattare l'intervento della polizia, che ha scortato il mezzo pubblico fino a destinazione.

Per questo motivo, tra i residenti crescono rabbia e impotenza di fronte ai rischi di contagio, e la volontà di chiudere, se possibile in maniera ancor più stringente, tutti i collegamenti con l’esterno.

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Alberto Lupini


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