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Assobirra sostiene la filiera, credito di imposta sulla spina

Consentirebbe agli esercenti di migliorare i margini e far fronte al crollo dei consumi. Tra le proposte alle istituzioni anche la riduzione delle accise del 30% in tre anni. È l’unica bevanda da pasto a pagarle .

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
28 ottobre 2020 | 15:40

Assobirra sostiene la filiera, credito di imposta sulla spina

Consentirebbe agli esercenti di migliorare i margini e far fronte al crollo dei consumi. Tra le proposte alle istituzioni anche la riduzione delle accise del 30% in tre anni. È l’unica bevanda da pasto a pagarle .

di Gabriele Ancona
vicedirettore
28 ottobre 2020 | 15:40
 

Tavola rotonda digitale organizzata da Assobirra il 28 ottobre per fare il punto sul sostegno alla filiera provata dalla pandemia e dai suoi tentativi di arginarla. In collegamento il presidente Michele Cason, il vicepresidente Alfredo Pratolongo, Fabio Melilli, presidente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Luca Paolazzi, partner di Ref Ricerche e Ceresio Investors advisor e Luciano Sbraga, vicedirettore generale di Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi. Sbraga era in diretta da pizza del Pantheon a Roma, dove si svolgeva una manifestazione, in contemporanea in diverse città d’Italia, per denunciare la situazione disperata dei pubblici esercizi. La piazza è stata “apparecchiata” con tovaglie, posate e bicchieri al suolo. Messaggio chiaro.

Assobirra sostiene la filiera  Credito di imposta sulla spina

Nel 2019 la birra ha fatto segnare +35% a livello produttivo, consumi a +24% ed export da primato: +98%

«La birra arriva da un decennio di crescita – ha dichiarato Michele Cason -  Anni in cui ha messo a segno record su record su tutti i fronti: dalla produzione, sostenuta da un export sempre più consistente, al numero di consumatori che sempre più prediligono abitudini moderate con prodotti a basso tenore alcolico. Il comparto ha generato una ricchezza tale da diventare uno dei settori strategici della nostra economia. Questo valore non può andare disperso e, anzi, va valorizzato affinché la filiera birraria possa essere uno dei pilastri strategici su cui costruire una roadmap chiara per affrontare la crisi attuale».

«Uno sviluppo notevole – ha ricordato Luca Paolazzi - che ha fatto segnare +35% a livello produttivo, consumi a +24% ed export da primato: +98%, anche in Paesi di solda tradizione brassicola. Un settore ad alto tasso di sviluppo che conta 5.500 occupati diretti per un totale di 150mila addetti lungo tutta la filiera. Nel 2019 in Italia il consumo procapite è stato di 34 litri. L’innovazione è stata la chiave di volta, con le birre speciali che, rappresentando il 14% del consumo Horeca, hanno mangiato quote al vino. I consumatori sono disposti a pagare anche di più per degustare qualcosa di nuovo».

Assobirra sostiene la filiera  Credito di imposta sulla spina
Michele Cason

Questa la fotografia di un mercato messo al muro dalle misure anti Covid e piagato dalle accise – che il mondo del vino non paga – e che hanno un peso di 713 milioni di euro l’anno.

«La birra – ha annotato Alfredo Pratolongo – è l’unica bevanda da pasto che paga le accise. Il livello attuale è troppo elevato e non consente di investire. L’ideale sarebbe una riduzione del 30% in tre anni».

Proposta che ha visto disponibile a un approfondimento ragionato Fabio Melilli, presidente della commissione Bilancio della Camera che, riguardo ai recenti decreti del Governo ha puntualizzato: «Abbiamo fatto un fermo all’uscita delle persone, perché il servizio sanitario rischia di non tenere. Dobbiamo provare a salvare il Natale».

Proprio per tutelare l’immenso valore economico e sociale generato in gran parte anche dal sodalizio birra e Horeca che AssoBirra chiede un sostegno immediato tramite un apporto concreto di liquidità destinato ai punti di consumo. Va inoltre studiata sin da ora una misura volta ad accompagnare la riapertura in toto dei locali, quando avverrà, orientata a sostenere in maniera energica i gestori. Tra le ipotesi sul tavolo, il riconoscimento di un credito di imposta sulla birra alla spina che ne migliori la marginalità.

Assobirra sostiene la filiera  Credito di imposta sulla spina
Alfredo Pratolongo

«Supportare la birra alla spina – ha puntualizzato Pratolongo - consentirebbe di agire in modo mirato aiutando chi è stato più colpito. Per esempio le oltre 125.000 pizzerie in Italia, che quando potranno riprendere a lavorare a pieno regime avranno seri problemi di marginalità. Per questo inserire un credito di imposta per la birra alla spina è una delle possibili soluzioni pratiche e applicabili concretamente, che porterebbe benefici proporzionali e consentirebbe agli esercenti di migliorare i margini e far fronte così al calo drastico dei consumi».

Il valore condiviso generato dalla birra in Italia, e che esprime la ricchezza generata, nel 2018 ammontava a 9 miliardi di euro. Di questi, oltre 5,7 sono da ricondursi all’universo Horeca, una galassia di oltre un milione e duecentomila addetti e 340mila imprese che, prima dell’emergenza Covid-19, generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno. E che oggi è messa a dura prova dalla seconda ondata pandemica e dal recente Dpcm del 24 ottobre scorso che ha sancito la chiusura tassativa di tutti i punti di ristoro d’Italia dalle ore 18.00. Non a caso, il quadro disegnato dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi è drammatico: entro la fine dell’anno, chiuderanno 50.000 imprese. In altre parole, oltre 350.000 persone perderanno il posto di lavoro.

«Ben 27 miliardi di euro non entreranno nelle casse della filiera e 8 saranno quelli delle perdite relativi agli acquisti  – denuncia Luciano Sbraga, vicedirettore generale di Fipe – Le città sono spente. Eppure non veniamo percepiti come un settore vitale dell’attività economica».

Per informazioni: www.assobirra.itwww.fipe.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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