Un’altra vittoria contro la ‘ndrangheta, anche se, chiaro, la strada è ancora lunga. Per il momento si contano 9 arresti e il sequestrato bar in Brianza, e certo non era un semplice bar da cappucci e caffè, quanto piuttosto una delle basi dell’attività mafiosa per lo spaccio di stupefacenti. Il bar “Caffè del corso” è stato sequestrato a seguito di una indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano sul clan Cristello di Seregno.
E non è infatti un caso che il bar, adesso sotto sequestro preventivo per volere del Tribunale, fosse di proprietà di Valeriano Siragusa, originario del posto, classe 1975: il 41enne Siragusa era infatti in prima fila nella successione al boss Rocco Cristello, ucciso nel 2008. Valeriano era subito accanto alla bara del boss ai suoi funerali, era padrino al battesimo della nipotina di Cristello. I rimandi ci sono tutti, senza considerare poi il mistero del bar in sé, acquistato per 300mila euro, di cui 145mila pagati con vaglia postali, intorno ai quali le Poste italiane non sanno fornir notizia alcuna.
Fino al 30 settembre 2015, poco prima del blitz con le nove catture dei carabinieri del Nucleo investigativo guidato dal tenente colonnello Michele Miulli, Siragusa aveva pagato puntuale le rate del finanziamento. Pur dichiarando redditi troppo bassi per spiegare il mensile rispetto degli impegni presi con la banca. I soldi arrivavano da altrove. Il clan si occupava dello spaccio, servendosi anche di una sala slot, con sede naturalmente a Seregno: questo a conferma che la ‘ndrangheta c’è, diventa a questo punto necessario lottare contro di essa, non ignorarla e girarsi dall’altra parte, come hanno fatto i carabinieri di Milano.