«Non solo cibo» è il filo conduttore della conferenza stampa di presentazione del ristorante Valentino, di Ravenna. L’obiettivo è quello di trasformare il ristorante in una parte viva e integrante del territorio, andando oltre la semplice funzione di "far da mangiare". Un progetto molto ambizioso seguito da Piero Pompili, l’oste più famoso e mediatico d’Italia, che sta rivoluzionando il rapporto sala - cucina, puntando l’attenzione sull’esperienza, oltre che sulla tavola. «Ho sempre pensato che un ristorante, prima ancora che di piatti, è fatto di persone. Senza le persone non ci possono essere piatti che prendono vita e sorrisi che li serviranno a tavola» sostiene l’oste in doppiopetto, autore del libro Nato Oste, Maretti editore, con l’ossessione, nell’accezione più aulica del termine, per l’accoglienza.

Valentino: la sala
Il ristorante come spazio culturale e identitario
«Vogliamo diventare un punto di riferimento per la città - spiega Pompili - non solo attraverso un attento lavoro di valorizzazione della cucina locale, ma anche facendoci promotori in prima persona del patrimonio culturale e artistico di Ravenna. In collaborazione con storici dell'arte, critici e mosaicisti, racconteremo una Ravenna duplice: quella più conosciuta e turistica, ma anche quella più segreta e autentica».

Valentino: chef Luca Magnani e Piero Pompili tra patron Maurizio Bucci e Livia Dragomir
Un disegno nuovo e lungimirante quello ideato per il Valentino di Ravenna da: Maurizio Bucci, imprenditore e patron del ristorante; Piero Pompili; chef Luca Magnani e Livia Dragomir, regina della sala di uno dei ristoranti di maggior fascino e di grande valore storico e artistico, in una location unica, che, con i suoi mosaici alle pareti, parla di arte e di memoria.
Tra arte, ospitalità e valorizzazione del territorio
«Ci impegneremo a sostenere la candidatura delle stogline romagnole, con la loro arte e maestria artigianale, a Patrimonio Immateriale dell'Umanità Unesco- dice con orgoglio l’imprenditore - valutando la possibilità di organizzare una grande manifestazione a Ravenna dedicata a questa figura tradizionale. Collaboreremo con gli uffici del turismo affinché, ogni volta che i mosaici ravennati verranno esposti all'estero o saranno protagonisti di eventi legati alla città, siano accompagnati da una cena inaugurale di cucina romagnola, a testimoniare il legame tra arte e gastronomia».

Valentino: Spaghetti Mancini alle vongole di Goro
E in una dichiarazione che sottolinea quanto l’iniziativa sia apprezzata e connessa alle istituzioni, Fabio Sbaraglia, assessore alla Cultura e al Turismo di Ravenna, dichiara: «Salutiamo e incoraggiamo l'avvio di questo progetto, che punta a valorizzare cibo e ristorazione come tratti identitari di un territorio, ma ancor di più di come un territorio vuole raccontare di sé. L'enogastronomia è cultura e valorizzarla può essere un'arte. Viviamo un tempo in cui l'esperienza di un luogo sempre di più matura dall'esperienza della qualità di vita che quel luogo sa esprimere: per questo saper integrare con passione e autenticità promozione della città e ospitalità è e sarà sempre più decisivo».
Cibo, arte e identità: il nuovo volto del Valentino
L’atmosfera che si respira è molto bella sin dal giorno del debutto di questa nuova e articolata realtà di Ravenna che mette insieme cibo, bellezza, arte, storia. «Per ridare slancio alla scena gastronomica locale, nel corso del 2026 organizzeremo una serie di cene a più mani, ospitando alcuni tra i migliori chef italiani e internazionali» concludono gli ideatori del progetto prima di dare inizio alla cena. Un menu molto ben articolato, quello del Valentino, che punta sull’eccellenza delle materie prime, una cucina di tradizione ma di impostazione contemporanea, con preparazioni che si differenziano dalla proposta cittadina ma che, al tempo stesso, fanno parte della storia della città.

Valentino: Alici di lampara croccanti con giardiniera fatta in casa
Piatti di grande impatto e di grande identità: Alici di lampara croccanti con giardiniera fatta in casa; Malfatti alle canocchie; Brodetto alla Portocorsinese. E poi un piatto, celebre ma rielaborato, che Piero racconta fiero durante la serata: «Cappelletti all’uso di Romagna - ricetta n°7 Artusi. Una rivisitazione dei classici cappelletti romagnoli che in genere sono ripieni di formaggio, invece qui, solo da noi, sono proposti ripieni di magro e serviti con un ragù che portiamo al tavolo in un pentolino, lasciando che gli ospiti decidano la quantità da mettere nel loro piatto».
Via IX Febbraio 1 48121 Ravenna
Lunedì-venerdì: 18:00-23:00. Sabato: 18:00-24:00. Domenica: 12:00-14:30, 18:00-23:00. Chiuso martedì