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Romeo: sapori veraci in un ristorante dove la tradizione è di casa

Al Romeo di Testaccio la cucina laziale autentica incontra l’accoglienza vera dove gli ingredienti raccontano la Roma popolare con passione, qualità e uno spirito da amici di quartiere

di Mariella Morosi
 
14 maggio 2025 | 08:30

Romeo: sapori veraci in un ristorante dove la tradizione è di casa

Al Romeo di Testaccio la cucina laziale autentica incontra l’accoglienza vera dove gli ingredienti raccontano la Roma popolare con passione, qualità e uno spirito da amici di quartiere

di Mariella Morosi
14 maggio 2025 | 08:30
 

Romeo al Testaccio, in Via Galvani 89, è il posto giusto per chi cerca nel piatto la qualità che restituisce valore al patrimonio gastronomico laziale. Ma è anche il ristorante dove si torna volentieri e dove magari ti chiamano per nome la seconda volta. E il Testaccio, con la sua anima popolare e viva, non poteva che essere il quartiere perfetto, come hanno pensato Massimo Scordino e Daniele Ottavi, più amici che soci, quando hanno capito che questo era il luogo e il momento giusto per attuare quel progetto pensato e sognato. C'era stato prima un percorso articolato tra i labirinti della ristorazione con un altro amico storico, Andrea Caporlingua, fino alla convinzione che si può davvero offrire il massimo della qualità e dell'accoglienza al giusto prezzo.

Romeo: sapori veraci in un ristorante dove la tradizione è di casa

Romeo si trova al Testaccio a Roma

Da "Romeo" l'ambiente è luminoso ed essenziale, con arredi lineari e moderni e con un tocco vintage delle trattorie di una volta che danno risalto al forno a legna, al banco bar e alla cucina, mentre l'accoglienza garbata di Manila Tombaccini predispone a un'esperienza che non delude.

Romeo: pizza, pane e stagioni

Appena entrati si sentono i profumi dell’arte bianca, delle pizze, delle focacce e del pane di Daniele di Grazia, maestro pizzaiolo di lungo corso e docente in accademie, profondo conoscitore dei misteri della combinazione acqua-farina-fuoco. La croccantezza della base sa accogliere composizioni anche sontuose, integrandosi nei sapori ma senza perdere la fragranza. Alcune pizze diventano un omaggio alle stagioni, come quella primaverile alle puntarelle di catalogna, con cipolla caramellata e stracciatella, che affiancano le classiche Margherita e Marinara, salvate dall'omologazione da ingredienti sceltissimi.

Romeo: sapori veraci in un ristorante dove la tradizione è di casa

Romeo: le pizze

Restano le capofila di una lista contenuta che ne comprende anche di originali, come la Cesare con sfilacciato di pollo e patate, la Alicetta con il suo mix unico di filetti di alici, stracciatella e crumble di olive taggiasche, o le rustiche Tonno e cipolla o Funghi e salsiccia. Sublime nella sua semplicità è la Vegetariana: fiordilatte e verdure di stagione.

Romeo, il menu: cucina laziale senza compromessi

E poi c'è il menu che la brigata di cucina compone ogni giorno secondo gli arrivi e che si aggiunge a quello "fisso", che vuole celebrare senza inutili stravaganze l’agroalimentare laziale. Non entrano surgelati o semilavorati: tutto nasce ad opera di una brigata affiatata e motivata, perché è stato ben compreso e condiviso il messaggio dei titolari: una cucina concreta e riconoscibile, della memoria ma senza retorica, in cui il prodotto è protagonista. E sulla qualità, Massimo Scordino, che vigila sulla cambusa, non accetta compromessi. Vengono dalle sale di stagionatura di Cibaria i due capisaldi della cucina romana: Pecorino Romano e guanciale a bassa salinità, e i vini sono laziali, di piccole cantine e di cooperative come Cincinnato di Cori (Lt).

Competente della materia - ma non ama definirsi gourmet - Scordino ritiene che anche gli ingredienti più comuni possono avere, se ben trattati, un’intensità e una complessità maggiori. Si vede nel piatto da piccoli particolari che normalmente sfuggono, come il bollito delle polpette sfibrato a mano, non più comodamente macinato o peggio ancora frullato, e la cottura del carciofo alla romana con mentuccia di prato, fermata al punto in cui la fibra perderebbe consistenza. E la pasta fatta a mano? Uova e farina, certo, ma è lasciata ruvida perché trattenga i sughi: dalla cacio e pepe alla carbonara, dalla gricia all’amatriciana o con coda alla vaccinara e alla ciociara. A volte l'elogio dell'imperfezione trova proprio in cucina la sua enfasi.

Romeo: accoglienza romana per tutti, anche per i turisti

«Vogliamo fare la cucina che piace a noi - dice Scordino - accompagnando in un viaggio gastronomico nel gusto autentico chi arriva, la gente del quartiere e i turisti, che nonostante quello che si dice, sono attenti e vogliono sentirsi romani anche solo per un giorno». E si comincia dagli antipasti, come da regola: Trippa alla romana, Parmigiana al coccio, Carciofo alla giudia, e poi un primo piatto appagante per giusta porzione e giovedì Gnocchi. I secondi sono adeguati alle aspettative: Saltimbocca e l'ormai introvabile Petto di vitello alla fornara, taglio povero che i garzoni dei fornai cuocevano insieme al pane per gustarlo, caldo e brunito, a fine turno. Come verdure non mancano mai cicoria e broccoletti ripassati.

Romeo: sapori veraci in un ristorante dove la tradizione è di casa

Romeo: la sala

E per dolce, non si può dire di no alla Crostata ricotta e visciole e al beignet alla crema delle pastarelle della domenica. Buona la selezione di vini territoriali anche al calice, come Malvasia, Bellone, Trebbiano e, tra i rossi, Cesanese e Nero Buono. C'è anche qualche bollicina di benvenuto o per brindisi speciali.

Un nome da film: Romeo “er mejo der Colosseo”

"Romeo" conta circa 150 coperti tra interno e dehors affacciato sullo storico complesso monumentale dell'ex Mattatoio, ora polo d'arte. Ma perché si chiama così? Giulietta stavolta non c'entraRomeo era il gatto randagio che si definiva "Er mejo der Colosseo", versione de’ noantri de Gli Aristogatti di Walt Disney.

Via Luigi Galvani 89 00153 Roma
Tel +39 06 53099705

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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