Nel paesaggio incontaminato delle Dolomiti altoatesine, a quota 1.800 metri, tra i fitti boschi che coprono le pendici della Plose, il luxury retreat Foretis si prepara ad accogliere un nuovo spazio di ristorazione: Yera, ristorante dalla concezione unica che sarà inaugurato il 21 giugno.

Gli interni di Yera
Yera, immerso nella natura
La struttura, immersa nella natura e costruita all'interno della montagna, rappresenta la nuova visione di Teresa e Stefan Hinteregger, i proprietari del Foretis, che hanno voluto dare forma a un'idea di cucina profondamente legata alla terra, alle stagioni e alla memoria del luogo. Yera si configura come un ristorante “invisibile”, scavato nella roccia e non visibile dall'esterno, in dialogo con i materiali e la cultura dell'ambiente circostante. Il suo nome è un omaggio alla lingua dei Celti Retici, antichi abitanti della zona: "Yera" significa “raccolto”, e rappresentava per loro il momento più importante dell'anno, quello in cui si potevano cogliere i frutti della natura dopo un lungo ciclo di lavoro.
L'identità del Foretis: architettura, natura e autenticità
Il Foretis nasce accanto a un edificio alpino in stile Art Nouveau del 1912, sottoposto a vincolo architettonico, al quale sono state affiancate tre torri moderne che si integrano con discrezione nella verticalità della foresta. Le torri sono ispirate alla forma dei tronchi d'albero e non superano la linea degli alberi, a sottolineare la volontà di non interrompere la continuità visiva del paesaggio.

L'Hotel Forestis
Gli interni si distinguono per l'uso di materiali locali: legno, pietra e tessuti naturali, in tonalità tenui, pensati per non interferire con lo scenario esterno, che rimane il vero protagonista. Dalle 62 suite, così come dalla spa, dal ristorante panoramico e dalle terrazze, si ammira una vista aperta sulle Dolomiti e sulle cime Geisler, in un ambiente che segue i ritmi della natura e del silenzio. «Abbiamo progettato il Foretis pensando ai nostri desideri, a ciò che per noi rappresenta benessere e autenticità», spiega Teresa Hinteregger. «Abbiamo scoperto che anche gli ospiti cercano questo: un'esperienza vera, radicata, che permetta di riconnettersi con l'ambiente e con se stessi».

Da Yera, la cucina si sviluppa intorno al fuoco centrale e a quattro altari di cottura
La filosofia che permea il Foretis è fortemente ispirata agli antichi Celti, che si stabilirono su queste montagne più di 3.000 anni fa. Per i Celti, la natura non era solo risorsa ma anche guida e maestra. Proprio da questa eredità nasce la concezione della spa e dei trattamenti come la Cerimonia del Cerchio degli alberi, un rituale olistico e immersivo che recupera simboli e valori ancestrali. Anche la cucina, fin dal principio, si è ispirata agli elementi offerti dalla foresta e ai metodi tradizionali di raccolta e conservazione. Questo approccio trova la sua piena espressione in Yera, che si propone come evoluzione coerente e radicale del concetto di "cucina naturale" portato avanti dallo chef Roland Lamprecht.
Yera: un ristorante scavato nella montagna
Il percorso che conduce a Yera parte da un piccolo sentiero nei pressi del Foretis e si arrampica verso un punto appartato della montagna. Qui si trova una porta pesante, realizzata in legno massiccio, che si apre su un ambiente sorprendente: una grotta realizzata con la terra rossa del Peiterkofel, una montagna vicina con due cime opposte, che conferisce all'interno un'atmosfera calda e terrena.

Il progetto architettonico di Yera si ispira ai metodi costruttivi delle grotte tradizionali
Il progetto architettonico si ispira ai metodi costruttivi delle grotte tradizionali, che offrivano protezione e sicurezza. La sottostruttura del tetto, interamente in legno, riprende la forma dello scafo rovesciato di una nave. Al centro, domina il focolare: fuoco e cerchio sono i simboli attorno ai quali si costruisce l'intera esperienza. «Abbiamo voluto che tutto ruotasse attorno al gesto del raccogliersi», racconta Stefan Hinteregger: «Qui si cucina e si mangia intorno al fuoco, si ascolta il silenzio e si vive il momento».
Yera: cucina della foresta, senza menu fisso
Lo chef Roland Lamprecht, originario dell'Alto Adige, ha impostato la cucina di Yera su una stagionalità autentica e non forzata. I piatti sono composti a partire da ingredienti raccolti tra primavera e autunno, lavorati con tecniche di conservazione tradizionali come l'essiccazione, l'affumicatura e la fermentazione. Questo approccio consente di portare in tavola sapori e profumi locali anche nei mesi invernali. «Da bambino facevamo così: raccoglievamo tutto in estate e lo conservavamo per l'inverno», ricorda Lamprecht. «A Yera abbiamo ripreso questo metodo. Usiamo bacche, noci, funghi, aghi di abete rosso, germogli di larice, ortiche, barba d'albero, crescioni, liquirizia selvatica e molto altro. Tutto viene lavorato in loco».

Yera si propone come evoluzione coerente e radicale del concetto di "cucina naturale"
La cucina si sviluppa intorno al fuoco centrale e a quattro altari di cottura. Non esiste una sequenza canonica di portate: i piatti vengono serviti durante tutta la serata, in un flusso continuo. Si tratta di composizioni elaborate ma leggere, che riflettono la biodiversità del bosco e la creatività del team di cucina.
Yera: bevande fermentate e artigianato della tavola
In linea con la filosofia del luogo, anche le bevande sono realizzate internamente, con un basso contenuto alcolico (mai superiore al 5%) e ottenute da fermentazioni naturali. Sono parte integrante dell'esperienza gastronomica e abbinate ai piatti secondo un criterio sensoriale più che tecnico. Non ci sono posate convenzionali: ogni ospite riceve piccoli bastoncini di legno per degustare il cibo, o viene invitato a usare le mani. I tavoli sono tronchi d'albero selezionati e la mise en place è artigianale, progettata appositamente da Teresa Hinteregger e realizzata da ceramisti e falegnami locali.
Yera, conservare la memoria gastronomica
Per Roland Lamprecht, Yera è anche un progetto educativo e culturale. «Il nostro obiettivo è trasmettere un sapere che rischia di sparire. Il bosco è un ecosistema prezioso e generoso, ma richiede rispetto e conoscenza. La nostra cucina vuole essere un modo per preservare le tradizioni e per rivalutare l'artigianato gastronomico in tutte le sue forme».

Roland Lamprecht, chef di Yera
Yera non è soltanto un ristorante: è una riflessione sul cibo, sulle sue origini e sul modo in cui possiamo rapportarci a esso in modo più consapevole. Un invito a rallentare, osservare e ascoltare, in un luogo in cui ogni elemento - architettonico, naturale, culinario - parla lo stesso linguaggio.
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