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Dimora Palanca, la villa che non vuol essere un hotel

Un incontro tra passato e presente che è un invito a scoprire e abitare gli spazi come in una casa di famiglia. Una struttura che punta anche su una cucina gourmet dai piccoli numeri del ristorante Mimesi

 
17 febbraio 2022 | 09:30

Dimora Palanca, la villa che non vuol essere un hotel

Un incontro tra passato e presente che è un invito a scoprire e abitare gli spazi come in una casa di famiglia. Una struttura che punta anche su una cucina gourmet dai piccoli numeri del ristorante Mimesi

17 febbraio 2022 | 09:30
 

Una villa ottocentesca che da oltre 30 anni versava in uno stato di abbandono è stata ristrutturata e riaperta nell’agosto 2021 come lussuoso albergo cinque stelle nel centro di Firenze: questa è la storia di Dimora Palanca, dal nome della famiglia prima proprietaria della villa a cavallo tra il 1865 e il 1871 all’epoca di Firenze Capitale del Regno d’Italia. Il percorso di recupero non si è limitato solo alla ridefinizione delle aree, ma ha restituito alla città un frammento della sua storia riportando alla luce e all’antico splendore dettagli come i sontuosi affreschi dei soffitti, gli stucchi, il tipico impianto pavimentale in pavé toscano, le colonne al primo piano, il marmo delle scalinate e il ferro battuto dei corrimano.

Dimora Palanca, la villa che non vuol essere un hotel

È rinato anche il prezioso e riservato giardino in cui rilassarsi su ampie chaise longue, la vecchia cucina al piano inferiore che oggi ospita il ristorante gourmet Mimesi e la luminosa Serra che dà alloggio a 4 delle 19 camere di questo nuovo boutique hotel a cinque stelle diretto da Laura Stopani. Da alcune delle sue finestre si vedono bene la torre di Palazzo Vecchio e la celeberrima cupola del Brunelleschi: la stazione e la chiesa di Santa Maria Novella distano a piedi meno di 10 minuti, mentre il centro e il fiume Arno sono raggiungibili in poco più di 15: una posizione ideale per dimenticare la macchina nel comodo parcheggio privato dell’albergo e girare a piedi per godersi l’atmosfera da sogno di una città unica al mondo.

 

Camere ampie con decori originali, curate nei dettagli

Differenti una dall’altra per metratura - dai 17 metri quadrati della più piccola delle queen deluxe ai 35 metri quadrati delle suite fino ai 47 della master suite - le camere presentano sempre elementi e decori originali, dotazioni d’avanguardia e di effetto, grande cura dei dettagli e delle finiture con firme importanti per l’arredo degli interni. Stucchi, affreschi, marmi e un luminoso design contemporaneo fanno vivere in quest’albergo quella che viene definita una “unique art experience”: un incontro tra passato e presente che è un invito a scoprire e abitare gli spazi come in una casa di famiglia nelle aree comuni come il salotto delle arti e il salottino degli scacchi, rinverdendo il rapporto con l’arte della famiglia Palanca, impegnata in attività di mecenatismo come molte nobili famiglie toscane dell’epoca. Se ne trovano ancora tracce e testimonianze nell’affresco del soffitto della sala grande a piano terra che contiene rimandi al mondo della musica, della pittura, della poesia e del teatro.

Nella moderna ristrutturazione l’architetto Stefano Viviani ha reimmaginato gli spazi collocando elementi contemporanei dal design semplice e non invasivo: i letti, le sedute, gli imbottiti, i tavolini di Antonio Citterio, Pietro Lissoni e di Naoto Fukasawa, il gigantesco e originale lampadario di Marcel Wanders che si relaziona con i fiori di stucchi e affreschi nella sala delle colazioni; i complementi d’arredo, i vasi e le ceramiche di Paola Navone, le luci di Castiglioni, Claesson Koivisto Rune, Magistretti, Starck e Anastassiades disseminate negli ambienti. Notevoli sono i pezzi disegnati e fatti realizzare da artigiani locali su misura usando materiali come legno e pelle tipici della maestria artigiana fiorentina.

 

Più palazzo che albergo, per una clientela esigente

Il percorso di arrivo conduce al piano terra, rialzato da cinque gradini in marmo rispetto al livello della strada, e dietro al portone esterno di accesso e alla porta a vetri originale intermedia si accede a una spaziosa reception, che fin dal primo sguardo si allontana dalla schematicità delle hall degli alberghi. Questo effetto è favorito da un bel tavolo che sostituisce il classico bancone e dal carattere delle lampade che si notano subito: Giova di Fontana Arte, disegnata da Gae Aulenti, e la serie Tubes Large di Charles Kalpakian per Nemo. La sala di accoglienza è raggiunta anche dalla scenografica scalinata originale della villa e costituisce una sorta di punto di raccordo tra le differenti anime del palazzo, connessa con tutte le aree comuni, dai piani su cui si trovano le camere al giardino e alla dependance.

Dimora Palanca, la villa che non vuol essere un hotel

Molto palazzo e poco albergo, Dimora Palanca è già stata scelta da una clientela straniera esigente ma ha attirato anche clienti italiani per la sua aspirazione a definire una nuova hôtellerie di classe, una dimensione privata e - particolare su cu cui punta molto - una cucina gourmet dai piccoli numeri del ristorante Mimesi aperto anche agli ospiti esterni e guidato dal giovane e ispirato chef romano Giovanni Cerroni, che incontra e si intrattiene con i commensali e si avvale di uno staff giovane, preparato ed entusiasta.

 

Foto del servizio: Cynthia Beccari

 

Dimora Palanca
via della Scala 72 - 50123 Firenze
Tel 055 0317816
www.dimorapalanca.com

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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