La Mantia alla Pinacoteca di Brera Un ristorante nel Caffè Fernanda

L'idea del gioco di squadra tra accoglienza, ristorazione e cultura si diffonde. Al museo milanese il cuoco siciliano curerà il menu del locale, mentre in cucina ci sarà il suo braccio destro Angela Adamo . Il progetto innovativo è stato pensato dal direttore James Bradburne, che sta riportando il museo ai fasti di un tempo

18 giugno 2019 | 10:40
Inaugurando il ristorante di Filippo La Mantia all'interno del Caffè Fernanda nella Pinacoteca di Brera, il direttore ha commentato: «Basta musei dove si mangia male». Un punto di vista poco “italiano” data la novità del progetto, ma sicuramente utile a tutto il comparto sia della ristorazione che del turismo. L’apertura del ristorante è stata resa possibile anche grazie alla riforma dei musei voluta dal Ministro Alberto Bonisoli che ha concesso, per quanto riguarda Brera, maggiore autonomia nella gestione del sito.


Filippo La Mantia

Il locale sorge all’interno del Caffè Fernanda, ultima creatura della gestione Bradburne che in tre anni è riuscito a portare aria nuova da queste parti riallestendo le 38 sale della Pinacoteca. Un progetto, quello dell'elegante bistrot dedicato a Fernanda Wittgens (prima direttrice del museo) reso possibile anche grazie alla collaborazione con il Gruppo Fabbro, punto di riferimento in Italia nella ristorazione collettiva, e con il rinomato cuoco palermitano chiamato a tracciare le linee guida della cucina. Se lui è la mente, il braccio è quello di Angela Adamo.

«Ma se oggi siamo qui - ha detto Bradburne secondo quanto riporta Il Giornale - a celebrare l'unione tra la bellezza, l'accoglienza e la qualità del cibo, è solo grazie alla piccola finestra aperta da una riforma che ha permesso il primo riallestimento della Pinacoteca dopo 40 anni. Anche questo ristorante fa parte di quella che è stata la mia missione fin dall'inizio: restituire questo museo ai cittadini così come era nella visione di Franco Russoli, altro grande direttore caduto nell'oblio».


Pinacoteca di Brera

Dunque non l'ennesimo ristorante in una Milano sempre più "golosa", ma un altro mattoncino che rende più solido un progetto ampio che coinvolge accoglienza, ristorazione e cultura a favore del Sistema Italia. Bradburne non ha voluto lasciare nulla al caso, non si è limitato a pensare al ristorante, ma lo ha voluto di qualità affidandosi ad uno degli chef più rinomati di casa nostra. All'alta qualità, garantita anche dalla stagionalità dei prodotti forniti dalla cooperativa agricola Agrivis, si aggiunge la creatività di un menu che prevede ricette dedicate ad alcuni grandi capolavori di Brera.

Tra queste "Il Gusto di un quadro", piatto che si ispira ad un particolare della Pala Montefeltro di Piero della Francesca: uovo di struzzo che pende dalla semicupola del catino absidale a forma di conchiglia, reinventato da La Mantia con un uovo in camicia sorretto da una cialda di pasta sfoglia a forma di conchiglia su letto di bietole e salsa al lemongrass.

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Alberto Lupini


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