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Pochi tavoli per un’esperienza stellata: benvenuti da Sapio a Catania

Solo 14 coperti per essere coccolati al meglio, a pochi metri da una delle vie principali di Catania: è il regno di Alessandro Ingiulla che ha ottenuto la stella Michelin a soli 25 anni

di Gianni Paternò
 
05 settembre 2021 | 15:30

Pochi tavoli per un’esperienza stellata: benvenuti da Sapio a Catania

Solo 14 coperti per essere coccolati al meglio, a pochi metri da una delle vie principali di Catania: è il regno di Alessandro Ingiulla che ha ottenuto la stella Michelin a soli 25 anni

di Gianni Paternò
05 settembre 2021 | 15:30
 

Un locale piccolo ma con tavoli ben distanziati già in tempi pre Covid, solo 14 coperti per essere coccolati al meglio, a pochi metri da una delle vie principali di Catania, corso Italia, nato nel gennaio 2017 e già ad ottobre 2018 arriva la stella Michelin, merito dello chef-patron Alessandro Ingiulla che la ottiene a soli 25 anni, record italiano. Merito che condivide con la moglie Roberta Cozzetto che conosce fin dai banchi della scuola alberghiera e che con professionalità, anch’essa premiata, regge la sala. Arredi artigianali completamente minimalisti, pareti bianche spoglie ci costringono a concentrarci sul cibo e sulla sua estetica. Lo chiama Sapio dal latino sàpio, fusione di sapere e di sapori.


L’amore per la cucina che viene da lontano

Alessandro dopo il diploma gira il mondo per fare esperienze anche bistellate che arricchiscono la sua base che inizia dalla cucina della nonna. Attinge dalla campagna di famiglia sull’Etna da dove prende le verdure, gli ortaggi, gli aromi per una cucina che è veramente di stagione e di territorio, di Sicilia, contaminata da una creatività rispettosa dei profumi e dei gusti e completata dall’eleganza della vista. Un cammino che parte dai segreti delle ricette del passato ma con uno sguardo proiettato verso la modernità.


Attenzione per materie prime e cotture

Materie prime sceltissime, tecniche di cottura le più appropriate, pietanze che affascinino e che coinvolgano a partire dagli occhi per finire al palato, insomma ricerca, tecnica, cura dei particolari, attenzione ai gusti. La carta offre tre menu degustazione da 7 a 9 portate, quest’ultimo secondo la fantasia dello chef, ma si può scegliere tra i piatti proposti per un pasto da 2 a 4 portate. Questa la nostra esperienza.


Affascinate percorso di gusto

Si comincia con un amuse bouche particolare: “Sapone commestibile” proprio per lavare e pulire la bocca. Antipasto “Benvenuto della Cucina”, un piatto a più voci con a) Cavolo trunzu o di Aci fermentato e le sue foglie, maionese, b) Sedano in osmosi, c) Tagliolini di calamaro con zenzero candito, d) Cestinetto di frolla salata, ricotta, cipolla caramellata, tartare di gambero, e) Olive di pasta d’oliva verde con fois gras e pistacchi poste nel bonsai di ulivo, f) Panelle soffiate con gelo di limone e prezzemolo, g) Iris salata fritta con astice, formaggio fresco, erbe aromatiche, uova di salmone, h) Arancina di seppia in crosta con mozzarella di bufala, crema di melanzana affumicata e menta, i) Tutto peperone in 3 cotture e consistenze.


In pratica, se non fosse per le piccole porzioni costituirebbe già un intero menu degustazione che illustrerebbe la genialità, la tecnica e la ricerca di Ingiulla.


Un primo, ma senza pasta, quindi la definiremmo una tappa: Tagliolini di tonno al tartufo di Palazzolo Acreide serviti con un consommé di pesce alle spezie orientali.


Poi Baccalà & baccalà in quattro consistenze: tartare, confit, mantecato e scottato su crema di insalata e gocce di zuppa di pesce.
Spaghetti freddi mantecati con acqua di pomodoro, gambero bianco e basilico.


Agnello in sella, tre tagli lavorati in maniera diversa: Costina arrosto, controfiletto con pistacchi ed erbette, tartare di filetto con pistacchio e tartufo accompagnati da un boccone di melanzana glassata e completati dalla salsa ristretta di cottura.


Come pre-dessert: Granita di anguria, aria di seltz, limone e sale. Dessert Tutti i nostri agrumi: insalata di arance e basilico, scorza candita, crema al limone, sorbetto al mandarino. Infine, la Piccola pasticceria, così buona che anche se satolli non potete fare a meno di gustare.


Non abbiamo messo i nostri commenti ai singoli piatti, vi lasciamo alla vostra immaginazione guidata dalle foto, complessivamente vi diciamo che i piatti di Ingiulla sono perfetti nella scelta delle materie prime, nell’esecuzione, nel gusto, nell’alternarsi e completarsi dei sapori, quindi una tappa imperdibile per gli amanti della cucina di eccellenza. Per i prezzi i menu degustazione vanno da 90 a 120 euro, non sono pochi ma nemmeno molti se considerate tutto quanto vi abbiamo raccontato.


Nella cantina per una cena tête-à-tête

Ampia la cantina, racchiusa in un locale refrigerato attrezzato per una romantica cena tête-à-tête con un supplemento; eccellente il servizio, concludendo ci sono tutti gli ingredienti che hanno fatto meritare a Sapio la stella, gliel’hanno fatta mantenere e sono pronti per aumentarne il numero.


Pane fatto in casa

Dimenticavo di aggiungere: tutto il pane, di tanti tipi e farine, è naturalmente fatto in casa, l’extravergine d’oliva è di loro produzione. Un difetto? Quello comune alla maggior parte dei ristoranti stellati, alcune portate veramente micragnose, anche se in un menu da nove portate. Due fili di pasta in più non guasterebbero.

Per informazioni: www.sapiorestaurant.it


 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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