Nel 2010 il sogno si era trasformato in realtà. Dal lieve pendio del colle il ristorante si affacciava, come un minicastello di architettura essenziale, sulla pianura e sulla gemma azzurra del lago del Coghinas, in provincia di Sassari. Giovanni e Silvana Squintu avevano investito dieci anni di sacrifici e di fatiche per realizzarlo, materialmente con le loro mani. Un'opera perfetta. Per Giovanni era giunto il momento di socchiudere le porte della falegnameria specializzata in parquet.
Come chiamare il locale? Il colle si chiama da tempo immemorabile Sa Jaga (la “porta” in sardo), luogo di passaggio dalla piana alle alture. Una sera la luna piena, sorgendo gigantesca dai colli del Limbara, tracciò sul lago un lunghissimo tappeto d'argento, una freccia sul neonato ristorante. Ecco Jaga 'e Luna, la Porta della Luna. Il nome non è quindi frutto della fantasia ma di un'osservazione poetica della natura e di un legame fortissimo con il territorio e con le tradizioni della comunità che qui vive da sempre. La conferma è in un grande murale che decora una parete della sala stimolando l'attenzione sul patrimonio archeologico di Tula, che nella megalitica struttura di Sa Mandra Manna (il “grande recinto”) nasconde misteriose incisioni, enigmatici messaggi di tremila anni orsono.
La vista dal ristorante
La cucina del Jaga 'e Luna
Ma come si mangia in questo ingresso a un mondo arcaico e magico, appena sfiorato dai grandi flussi turistici? Aperto tutto l'anno, il Jaga 'e Luna ha una cucina ancorata alla stagionalità e alla memoria. Il menu è anche scritto ma riposa soprattutto nei ricordi di Giovanni e Silvana. Ti senti subito a tuo agio, ospite in una casa del Logudoro, coccolato dalla tradizionale ospitalità sarda.
Ecco una delle mille proposte. Funghi, cipolle melanzane in olio o in aceto, olive di diverse varietà, accompagnano prosciutto, salsiccia, pancetta, una selezione di formaggi e preparano il palato per lo zichi. Questo pane di grano duro, secco e di lunga durata – alimento base del pastore come il carasau – arriva in tavola condito con funghi, guanciale e ricotta salata. Un piatto “povero”, vecchio di secoli, che introduce al mondo contadino. Non mancano gli gnocchetti preparati in casa e offerti col ragù di cinghiale. Per chi ama la carne, ecco il porcetto “mannitu” al mirto che – a differenza del maialetto da latte allo spiedo – trova la perfezione in casseruola. Si accompagna con una crema di fave arricchita con le erbe che crescono spontanee nelle radure soleggiate. Torte, seadas e dolci tradizionali riportano i profumi dei prodotti di un piccolo caseificio locale e concludono i diversi percorsi della esplorazione gastronomica di Sa Jaga 'e Luna.
Il ristorante visto da fuori
Mistero e turismo lento
La degustazione del profumatissimo mirto e del robusto fil'e ferru apre infine lo spazio dei misteri. Giovanni può ammaliare con un viaggio nelle terre di Tula, nel tempo lontano migliaia di anni, quando certo il grande lago, formato da una diga sul Coghinas appena un secolo fa, non esisteva.
Caposaldo di itinerari perfetti per il “turismo lento”, il Jaga 'e Luna è in una posizione strategica tra Sassari e Olbia, a 30 chilometri dal mare e circondato dalle aree vitivinicole del prezioso vermentino di Gallura. Una stupenda balconata sui misteri nuragici, sul lago silenzioso e sulla piana di Ozieri-Chilivani.
Silvana e Giovanni
Jaga 'e Luna
SP2, 07010 Tula SS
Tel 334 621 6008