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Capodanno, no al cenone nei ristoranti d'albergo. Per l'accoglienza è il colpo di grazia

Il Dpcm Natale è stato approvato dal Consiglio dei ministri ed è passato ora alle Regioni. L'ultima limitazione riguarda i ristoranti negli alberghi che dovranno chiudere nella notte di S.Silvestro. Resta il coprifuoco, allungato alle 7 per la mattina dell'1. Gli spostamenti tra regioni sono vietati dal 21 dicembre all'Epifania.

02 dicembre 2020 | 18:08
Capodanno, no al cenone nei ristoranti d'albergo. Per l'accoglienza è il colpo di grazia
Capodanno, no al cenone nei ristoranti d'albergo. Per l'accoglienza è il colpo di grazia

Capodanno, no al cenone nei ristoranti d'albergo. Per l'accoglienza è il colpo di grazia

Il Dpcm Natale è stato approvato dal Consiglio dei ministri ed è passato ora alle Regioni. L'ultima limitazione riguarda i ristoranti negli alberghi che dovranno chiudere nella notte di S.Silvestro. Resta il coprifuoco, allungato alle 7 per la mattina dell'1. Gli spostamenti tra regioni sono vietati dal 21 dicembre all'Epifania.

02 dicembre 2020 | 18:08
 

Il Dpcm per Natale che entrerà in vigore il 4 dicembre è stato limato dal Consiglio dei Ministri nella notte tra mercoledì e giovedì e stringe ulteriormente la cinghia attorno alle attività di ristorazione e accoglienza.

IN AGGIORNAMENTO

Mentre i contagi registrati dall'ultimo bollettino sono stati 20.709 con il tasso di positività sceso al 10% (ma con ancora 684 decessi), il Governo ha deciso di inserire nel pacchetto di divieti anche quello di tenere aperti i ristoranti negli hotel la notte dell’ultimo dell’anno.

Una scelta figlia di uno verifica fatta negli ultimi giorni, dalla quale è emerso che molti cittadini hanno prenotato stanze negli alberghi di tutta Italia con cena compresa. Un modo per aggirare i divieti di organizzare feste e cenoni, tendenza che già si stava diffondendo dall’ultimo decreto che, invece, lasciava aperti i ristoranti degli alberghi. Via libera dunque al solo servizio in camera.

La bozza è stata firmata dal Premier Giuseppe Conte ed è stata inviata alle Regioni per una verifica. In giornata è atteso il via libera ufficiale. Il Premier ha già firmato dopo l'approvazione anche un decreto (scaricabile in allegato) composto di due soli articoli che serve a dare "copertura" proprio alla stretta natalizia. Consente così all'esecutivo di firmare un Dpcm che duri fino a 50 giorni (ora il limite è 30) e quindi di fissare la scadenza del decreto in vigore dal 4 dicembre anche oltre l'Epifania (tra le ipotesi c'è quella del 15 gennaio). Ma soprattutto, consente misure più rigide nelle festività a prescindere dal "colore" delle Regioni.

Tante li limitazioni per le festività - Capodanno, nessun cenone in hotel Spostamenti limitati tra comuni

Tante li limitazioni per le festività

Il testo del decreto:
Nel testo del decreto (scaricabile in allegato pdf) si legge al comma 2 dell'articolo 1: "Dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, e nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 è vietato altresì ogni spostamento tra comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune, ai quali si applicano i predetti divieti.

Dagli albergatori le prime reazioni negative
La limitazione non è piaciuta agli albergatori. Il primo ad esporsi è stato ad Adnkronos/Labitalia, Gildo Trevisan, titolare del Hotel Al Pelmo di Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, e presidente del Consorzio turistico Cadore Dolomiti. «Tutto si può fare - ha detto - per noi albergatori cambia poco. Ma per un turista che va in montagna per svagarsi credo che cenare l'ultimo dell'anno in camera dopo le 18 sia svilente. Sarebbe meglio a questo punto fare un cenone il 31 dicembre dalle 14 alle 18 in albergo, con il dovuto distanziamento, e riservato naturalmente solo agli ospiti della struttura alberghiera, senza clienti esterni. Poi tutti a dormire».

Italia divisa ancora in fasce. Il giallo sarà "rafforzato"

Per il resto, molti divieti in vigore sono state confermate, così come la divisione dell’Italia in fasce: gialla, arancione e rossa. L’auspicio è che per le festività natalizie tutte le Regioni siano in fascia gialla, con un indice di contagio basso e la tenuta delle strutture sanitarie. Ma nonostante il colore faccia ben sperare, il Governo non intende abbassare la guardia, anzi. Il premier Giuseppe Conte ha parlato di «giallo rafforzato» riferendosi soprattutto al divieto di spostamento tra le Regioni, all’obbligo di quarantena per chi torna dall’estero dopo il 10 dicembre e alla scelta di mantenere il coprifuoco alle 22 anche nei giorni di Natale e Capodanno. Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia però ha garantito che dal 7 gennaio l'Italia riparte e che da metà dicembre sarà tutta zona gialla.

Ristoranti chiusi alle 18, possibile apertura al pranzo di 25, 26 e 31
I negozi chiuderanno alle 21 con i centri commerciali che potranno rimanere aperti il fine settimana e nei giorni festivi prima del 20 dicembre. Dovranno restare chiusi invece durante le festività. Per i ristoranti rimane la chiusura obbligatoria alle 18 e dopo quest’orario saranno consentite soltanto la vendita d’asporto - con divieto di consumare cibo e bevande nelle vicinanze del locale - e la consegna a domicilio. Dopo lunga discussione potrebbero restare aperti i ristoranti il giorno di Natale, Santo Stefano e forse anche a Capodanno. Una soluzione che, secondo gli esperti del Cts, «eviterebbe i pranzi con un numero alto di commensali all’interno delle case favorendo invece gli incontri in luoghi che hanno regole ferree». Con il che si torna al problema della decisione tutta politica di chiudere i ristoranti....

A Natale niente sci in Italia
La conferma sullo sci intanto ormai è certa: saranno chiusi gli impianti e le piste da sci per tutto il periodo natalizio con riapertura prevista il 7 gennaio. Fumata nera sull’ipotesi di poter raggiungere un accordo in sede europea com l’Italia che ha deciso, dunque, di fermare le vacanze in montagna.

Quarantena per chi rientra dall'estero
Linea dura, durissima sulle vacanze all’estero. Alle due di notte, dopo un braccio di ferro durato ore ed ore, il governo decide la stretta , come richiesto dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il tampone non basta più. Chi torna da tutti i Paesi extra-europei deve fare la quarantena, a partire dal 4 dicembre e per l’intera durata del Dpcm che Giuseppe Conte firmerà. Cadono dunque le differenziazioni dei Paesi da cui, ai sensi del precedente decreto del presidente del Consiglio, era vietato l’ingresso in Italia senza sottoporsi al test. Unica eccezione riguarda i voli Covid-free che arrivano da tre aeroporti degli Stati Uniti e atterrano a Fiumicino.

Per chi torna da uno dei 27 Paesi della Ue c’è l’obbligo, prima di partire per l’Italia, di fare il tampone e presentarlo all’arrivo: se è negativo, si può entrare senza dover fare la quarantena. Questa norma scatta dal 10 dicembre. La regola più severa è stata introdotta come disincentivo per le vacanze natalizie. Il governo impone la quarantena anche per tutti coloro che andranno all’estero a partire dal 21 dicembre e fino all’Epifania. Ad esempio, sarà possibile andare a sciare in Austria o in Svizzera, ma al ritorno bisognerà chiudersi in casa e restarci per dieci giorni seguendo le regole del confinamento precauzionale. Per evitare la quarantena bisognerà rientrare in Italia prima del 20 dicembre. I ministri della linea del rigore (Speranza, boccia, Gualtieri, Franceschini, Bonafede) hanno provato a bloccare le partenze per l’estero ma dopo lunga discussione si è deciso di non mettere un divieto di espatrio, anche per ragioni costituzionali.

Per due settimane spostamenti liberi fra le fasce gialle
  • Dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 saranno vietati gli spostamenti tra Regioni diverse (compresi quelli da o verso le province autonome di Trento e Bolzano), ad eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute;
  • Il 25 e il 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 saranno vietati anche gli spostamenti tra Comuni diversi, con le stesse eccezioni (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute);
  • Sarà sempre possibile, anche dal 21 dicembre al 6 gennaio, rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione;
  • Dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 sarà vietato spostarsi nelle seconde case che si trovino in una Regione o Provincia autonoma diversa dalla propria;
  • Il 25 e 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 il divieto varrà anche per le seconde case situate in un Comune diverso dal proprio.

No alle seconde case
Dopo una lunga trattativa è arrivato lo stop al raggiungimento delle seconde case nel periodo 21 dicembre-6 gennaio. Accordo raggiunto anche sulle scuole che resteranno chiuse fino al 7 gennaio per quanto riguarda le superiori. Da quel giorno si tornerà in classe ma solo al 50%. "Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado - si legge - adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 50 per cento della popolazione studentesca sia garantita l'attività didattica in presenza".

Il coprifuoco resta dalle 22 alle 6
Capitolo coprifuoco: rimane lo stop alle uscite non necessarie dalle 22 alle 5 per l’intero periodo delle festività con un'eccezione per Capodanno quando il divieto di uscire di casa se non per motivi urgenti durerà fino alle 7. La scelta del Governo per evitare gli assembramenti è quella di impedire gli spostamenti dopo quest’orario anche la sera di Natale e quella di Capodanno. Nessuna deroga sarà prevista nei giorni festivi, le funzioni religiose dovranno dunque terminare entro un orario compatibile con il rientro a casa dei fedeli. Al momento l’indicazione della Conferenza episcopale è che ogni parrocchia organizzi le messe durante le giornate festive seguendo i protocolli e quindi evitando gli assembramenti. C’è comunque l’ipotesi di fornire un’indicazione riguardo alla messa di Natale che potrebbe essere celebrata alle 20.


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