L’immunità a Sars-CoV-2 nei guariti da Covid-19 può durare almeno 6 mesi, secondo un lavoro pubblicato online su Nature dal gruppo di Michel Nussenzweig della Rockefeller University di New York. Un’analisi condotta su oltre 80 persone precedentemente contagiate dal coronavirus indica che i livelli di cellule B della memoria specifiche - quelle che restano nell’organismo dopo la malattia, e che in caso di nuova esposizione allo stesso patogeno possono proliferare rapidamente e produrre anticorpi - sono rimasti costanti durante il periodo di studio. I risultati confermano che i guariti da Covid, qualora incontrassero nuovamente il virus, possono potenzialmente `montare´ una risposta immunitaria rapida ed efficace.
I guariti immuni per 6 mesi
Cresce la preoccupazione per le nuove variantiNussenzweig e colleghi hanno valutato 87 persone con
diagnosi confermata di Covid-19 a distanza di 1,3 e 6,2 mesi dall’infezione. I ricercatori hanno così osservato che, «sebbene l’attività degli
anticorpi neutralizzanti diminuisca nel tempo, il numero di cellule B della memoria rimane invariato». Inoltre, notizia ancora più positiva mentre cresce la preoccupazione per le nuove varianti di Sars-CoV-2, si è visto che «gli anticorpi prodotti da queste cellule memoria sono più potenti rispetto agli anticorpi originali, e possono essere più resistenti alle mutazioni nella proteina Spike» che media l’ingresso del
virus nelle cellule bersaglio.
Bollettino: meno contagi, ma meno tamponiIntanto il
bollettino italiano parla di 8.824 nuovi casi con 377
vittime registrate nelle ultime 24 ore. I
tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 158.674 (di cui 71.427 rapidi), ovvero 52.404 in meno rispetto a ieri quando erano stati 211.078. Mentre il tasso di positività è del 5,6% (l’approssimazione di 5,56%).
Miozzo: I risultati delle restrizioni si vedonoSulla situazione italiana il coordinatore del Comitato tecnico scientifico
Agostino Miozzo, in una dichiarazione video all’
Ansa, ha detto: «L’indicazione del
comitato è quello di lavorare per contenere e ridurre questa maledetta curva. L’Italia sta lavorando bene, è un prezzo pesante quello pagato dai
cittadini, abbiamo passato un periodo di vacanze invernali inusuale ma i risultati ci sono, sono evidenti non abbiamo avuto la
curva che altri paesi hanno avuto, non abbiamo il numero delle vittime che altri paesi europei hanno avuto. Al momento sembra una curva sotto controllo anche se sotto controllo ci arriveremo solo con l’immunità di gregge. Il ritardo della
Pfizer sembra ora limitarsi a una settimana, adesso parliamo di 150 mila dosi in meno, ma se si resta nell’arco di una settimana il problema si risolverà».