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Lombardia, già 5 volte i morti civili di tutta la II guerra mondiale

Il commissario per l'ermergenza Domenioco Arcuri fa i conti con la realtà. Tra l'11 giugno 1940 e il 1 maggio 1945 a Milano persero la vita 2mila civili in 5 anni, per coronavirus in Lombardia 11.851 persone. Il bollettino ufficiale è già 5 volte di più in soli due mesi. Il 60% delle imprese italiane lavora con mascherine che si sono procurati da soli.

 
18 aprile 2020 | 14:05

Lombardia, già 5 volte i morti civili di tutta la II guerra mondiale

Il commissario per l'ermergenza Domenioco Arcuri fa i conti con la realtà. Tra l'11 giugno 1940 e il 1 maggio 1945 a Milano persero la vita 2mila civili in 5 anni, per coronavirus in Lombardia 11.851 persone. Il bollettino ufficiale è già 5 volte di più in soli due mesi. Il 60% delle imprese italiane lavora con mascherine che si sono procurati da soli.

18 aprile 2020 | 14:05
 

«Ieri sera il bollettino ci ha detto che sono 22.745 le vittime, un numero impressionante e per me è un dolore doverlo ricordare. Tra l'11 giugno 1940 e il 1 maggio 1945 a Milano persero la vita 2mila civili in 5 anni, per il coronavirus in Lombardia ci hanno lasciato 11.851 persone, 5 volte di più in soli due mesi». Lo ha detto il commissario straordinario per l'emergenza coronavirus Domenico Arcuri nel corso del punto stampa.
 
Lombardia, già 5 volte i morti civili di tutta la II guerra mondiale

Domenico Arcuri

«In questi giorni c'è il dibattito su quando inizierà la fase due e su come si farà. Io tengo subito a dire che non spetta al commissario trovare le risposte a queste due importanti domande, io e i miei collaboratori, Borrelli e la protezione civile, non disegniamo scenari sulla fase 2 - ha sottolineato - Il nostro dovere è farci trovare pronti in qualsiasi momento il governo decida che la fase 2 debba avere inizio e sono certo che lo saremo. Dobbiamo andare avanti con cautela». ha rimarcato Arcuri, e credo che sia «sbagliato comunicare un conflitto» tra salute e Pil, «perché la salute non ha prezzo. Dovremo alleggerire progressivamente le misure di contenimento avendo consapevolezza della necessità che il nostro Paese ricominci a marciare come il Paese ha fatto finora ma anche avendo cura di garantire la salute del numero massimo di cittadini possibile».

«Il ministro Speranza ha spiegato che la ripartenza deve fondarsi su 5 elementi fondamentali - ha aggiunto il commissario - il rafforzamento del sistema sanitario e i Covid hospital, la cautela e la prudenza dei cittadini che si devono attenere alle regole basiche che hanno imparato come il distanziamento sociale, i tamponi, il contact tracing e i test sierologici».

Quanto ai dispositivi di protezione, «la prima riflessione è che il 60% delle imprese italiane continua a lavorare e hanno giustamente mascherine che si sono procurati da soli, probabilmente anche il 40% quando potrà riprendere a lavorare si procurerà le mascherine. La seconda: ma noi siamo sicuri che lo Stato debba distribuire a titolo gratuito le mascherine a tutti? Chi vivrà vedrà ma non c'è nessuna contraddizione né nessuna preoccupazione» ha detto Arcuri rispondendo a una domanda sulla difficoltà di alcune imprese a procurarsi le mascherine.

Fonte: ADNKRONOS

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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