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Arte e cibo nella metro di Milano Quella sfida (vinta) di Daverio

Il critico d’arte italo-francese si è spento all’età di 70 anni a Milano. Gallerista ed editore, dedicò una mostra durante Expo e poi anche un libro al cibo rappresentato in quadri più o meno famosi della storia.

 
02 settembre 2020 | 16:15

Arte e cibo nella metro di Milano Quella sfida (vinta) di Daverio

Il critico d’arte italo-francese si è spento all’età di 70 anni a Milano. Gallerista ed editore, dedicò una mostra durante Expo e poi anche un libro al cibo rappresentato in quadri più o meno famosi della storia.

02 settembre 2020 | 16:15
 

Philippe Daverio si è spento all’età di 70 anni in seguito ad una grave malattia. Di lui si ricorda certamente l’estro, la capacità di comunicare e le indiscusse competenze come gallerista e critico d’arte. Nel corso della sua carriera è riuscito a dedicare spazio anche al cibo come elemento culturale e pittorico nel corso della storia.

Philippe Daverio - Arte e cibo nella metro di Milano Quella sfida (vinta) di Daverio

Philippe Daverio

In particolare aveva organizzato una mostra sull’argomento che si snodava mesi lungo i binari della Metropolitana milanese ai tempi di Expo e in collaborazione con Esselunga. Data l’originalità dell’idea e il suo successo la mostra era poi diventa un libro-catalogo firmato da lui, edito da Rizzoli, in esclusiva per Esselunga. Una raccolta di quadri più o meno noti nei quali i rispettivi autori hanno rappresentato il cibo in diversi contesti; un modo per spiegare l’arte della tavola, del buon mangiare e del buon bere.

«La storia dell’alimentazione - aveva detto Daverio - è la storia della civiltà e questa raccolta è un gioco per entrarci dentro. Si tratta di una selezione fatta ritagliando dal web i dipinti con il cibo come soggetto e questo elemento è stato funzionale per diffondere il messaggio del cibo come cultura e come parte integrante della nostra storia. Va detto anche che il cibo non è sempre stato; era apparso sugli affreschi delle case romane per poi scomparire nel Medioevo e ricomparire ne “L’Ultima Cena”. Rappresenta un’esaltazione dello star bene ed è per questo che nel ‘500 è stato protagonista di una pubblicità politica che passava dai dipinti».

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