Il valore di una grande azienda non si misura soltanto in termini di fatturato, e certamente nella realizzazione di un buon prodotto, ma anche su come è in grado di promuovere per valorizzare la propria attività e gli asset che le ruotano attorno. Qualità e autenticità segnano con forza la storia di un’impresa di famiglia che nasce nel piccolo laboratorio di Bojano (Cb) per poi trasferirsi definitivamente ad Ascoli Piceno nelle Marche. Di padre in figlio, si direbbe oggi, da Nicolangelo ad Archimede Sabelli nel cognome di quella che oggi è una grande realtà con milioni di euro di fatturato e che può vantare di essere il secondo produttore di mozzarelle in Italia e azienda premiata a Bruxelles 2024 International Taste Institute, oggi tra i leader della distribuzione all’ingrosso.

La forza Sabelli: eccellenza di famiglia e leadership nella mozzarella
Nei suoi prodotti tanta artigianalità, dalle mozzarelle alle burrate, dalle stracciate alle ricotte. In questa storia di successo che ogni anno si afferma con numeri importanti, anche in termini occupazionali, vi è stata la lungimiranza nel saper raccontar e promuovere tutto un mondo legato alla Sabelli, un comparto di imprese che ogni anno, da nove edizioni, si danno appuntamento agli "Open Days Sabelli" nello stabilimento di via Melibeo a Roma in un’esperienza di valorizzazione della filiera dell’agroalimentare italiana. Duemila mq di spazio aperti al pubblico per degustare proposte, prodotti e tipicità di ogni regione di aziende cui Sabelli è il partner strategico per la vendita e la distribuzione. Un evento riuscito, quello di domenica 16 e lunedì 17 novembre organizzato da Mario Testa, direttore commerciale del gruppo Sabelli Distribuzione, con migliaia di visitatori che si sono alternati nella due giorni. Salumi italiani, dai salami alla coppa fino ai tagli importanti di prosciutto con selezioni di livello. Chef, pastai, pizzaioli, salumieri e caseari insieme per esaltare i sapori d’Italia.
«In Italia la filiera dell’agroalimentare continua a dimostrare di essere competitiva sia in termini di innovazione dei processi produttivi - a partire dalla sostenibilità e dal Km0 - che nell’ottica di un’elevata qualità dei suoi prodotti tipici regionali. Tracciabilità, sicurezza alimentare e trazione identitaria rappresentano ormai parametri indiscussi del nostro cibo made in Italy. Come azienda ci sforziamo ogni giorno per favorire un’integrazione tra agricoltura, trasformazione e distribuzione» ha commentato a margine dell’evento Testa. È proprio il caso di dire "Con il latte nelle vene", per usare le parole che riportano il titolo del libro di Archimede Sabelli, una storia di sapienza artigianale di chi sa fare impresa guardano al futuro ma senza dimenticare le proprie origini.
Di Berto Silva