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venerdì 14 novembre 2025  | aggiornato alle 22:04 | 115747 articoli pubblicati

Carni bovine e suine: consumi e export in crescita nel 2025

Segnali positivi per le filiere suinicola e bovina italiane nel 2025: aumentano consumi ed export, mentre si rafforzano le misure sanitarie e si evidenzia la necessità di maggiore resilienza nella filiera delle carni bovine

 
04 novembre 2025 | 15:26

Carni bovine e suine: consumi e export in crescita nel 2025

Segnali positivi per le filiere suinicola e bovina italiane nel 2025: aumentano consumi ed export, mentre si rafforzano le misure sanitarie e si evidenzia la necessità di maggiore resilienza nella filiera delle carni bovine

04 novembre 2025 | 15:26
 

Il report “Tendenze Carni Bovine e Suine” di Ismea segnala un 2025 positivo per le filiere zootecniche italiane. Nel comparto suinicolo, i consumi interni registrano un incremento significativo: +3,1% in volume e +4,8% di spesa per i salumi, mentre le carni suine fresche crescono rispettivamente +3,7% e +5,5%. A trainare la domanda è una rinnovata attenzione del consumatore per i prodotti italiani e per la qualità certificata delle lavorazioni artigianali, che continuano a rappresentare un punto di forza del made in Italy alimentare.

Consumi di carne suina in crescita:  37% per il fresco e  31% per i salumi

I consumi di carne suina sono in crescita
 

Sul fronte dell’export, dopo un 2024 eccezionale con oltre 2,5 miliardi di euro di vendite (+7,9%) e volumi in crescita del +5%, il primo semestre 2025 conferma il trend positivo con un ulteriore +5,7%. Rimangono tuttavia alcuni elementi di criticità legati alle barriere sanitarie in mercati esteri e ai dazi statunitensi. Ismea ricorda che la Commissione europea ha recentemente autorizzato la rimozione delle restrizioni per la Psa (Peste suina africana) nelle province di Lodi, Pavia, Novara e Alessandria, un passo importante per la normalizzazione del comparto.

La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di capi allevati. Nel Centro-Sud, invece, si segnala la concentrazione di allevamenti in Campania, Sardegna, Abruzzo, Lazio e Calabria, territori che stanno rafforzando il proprio ruolo nella filiera nazionale, anche grazie a investimenti in tracciabilità e benessere animale.

Anche la filiera del bovino da carne mostra un segnale positivo, con la produzione nazionale in aumento del +3,4% nei primi sei mesi del 2025, dopo il +6,3% registrato nel 2024. Resta però un punto di fragilità: la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento dei ristalli, con un tasso di autosufficienza fermo al 38,8% e l’85% del valore delle importazioni proveniente dalla Francia. Le difficoltà sanitarie e l’orientamento dei produttori francesi a privilegiare l’ingrasso locale riducono la disponibilità di capi sul mercato, rendendo necessario un ripensamento della resilienza della catena di fornitura italiana.

Nel complesso, il report Ismea fotografa una fase espansiva per il suinicolo e una ripresa strutturale per il bovino da carne, pur con sfide aperte sulla diversificazione delle forniture e la resilienza produttiva.
Il messaggio è chiaro: la filiera zootecnica italiana è in salute, ma deve continuare a investire in innovazione, sicurezza sanitaria e sostenibilità per consolidare i risultati raggiunti e rafforzare la competitività sui mercati globali.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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