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Briatore e i tartufi d'Alba, l'associazione tartufai fa un esposto ai Nas

 
12 novembre 2021 | 10:34

Briatore e i tartufi d'Alba, l'associazione tartufai fa un esposto ai Nas

12 novembre 2021 | 10:34
 

Flavio Briatore fa discutere anche parlando di tartufi. Dopo un video che ha postato e che è diventato subito virale su YouTube in cui mostrava splendidi esemplari di Tartufi d'Alba, l’Associazione Nazionale Tartufai Italiani ha fatto un esposto ai Nas dei carabinieri. Perchè? Perchè il presidente Riccardo Germani si è insospettito, soprattutto nel momento in cui l'imprenditore ha detto: «Quest’anno in Italia non si trovano, noi li troviamo». L'esposto è stato inviato al comando di Milano del nucleo antisofisticazioni dell’Arma e indirizzato anche al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Flavio Briatore con i tartufi Briatore mostra tartufi d'Alba. L'associazione tartufai, insospettita, fa un esposto ai Nas

Flavio Briatore con i tartufi

 

Secondo Germani - stando a quanto riporta il Corriere della Sera - si potrebbe configurare il reato, contemplato dall’articolo 517 del Codice penale (vendita di prodotti industriali con segni mendaci). L’autore dell’esposto chiede quindi, «a tutela dei consumatori» di verificare le bolle di vendita per accertare «se i tartufi sono effettivamente non solo provenienti da Alba, ma anche cavati da tartufai delle Langhe e Monferrato».

Con la fortissima siccità dell’estate da maggio a tutto settembre - fa notare l’Associazione nazionale tartufai - i tartufi bianchi d’Alba sono rarissimi (alla Fiera d Alba hanno raggiunto una quotazione fino a 600 euro all’etto) e c’è quindi il sospetto che «dietro la rete di filiera del tartufo e dei commercianti vi siano importanti aziende di commercializzazione, di trasformazione e vendita di tartufi provenienti dall’estero e venduti o trasformati come italiani». Germani ricorda che l’Italia è, al tempo stesso «il maggiore importatore ed esportatore di tartufi» e che ci sono «grandi aziende hanno terreni di proprietà e industrie di trasformazione in Romania, Slovenia, Austria, Bulgaria, Afghanistan, Iran, Tagikistan, Turchia, Uzbekistan».

L’Associazione Nazionale Tartufai, infine, chiede al Mipaaf di rivedere la legge del 1985 che regola la cerca del tartufo, liberalizzandola, e di «emanare una nota urgente» per tutta la filiera e le autorità di controllo per la distinzione tra il tartufo italiano e quello importato».

© Riproduzione riservata STAMPA

 


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