Maurizio Martina iniziò a interessarsi alla politica negli anni in cui frequentava l’Istituto Agrario, il Mario Rigoni Stern di Bergamo. E, alla fine, quando la sua carriera politica, a 42 anni, sembrava aver già raggiunto vette difficilmente superabili - ministro dell’Agricoltura, poi segretario nazionale del Partito democratico -, quello che fu un giovane perito agrario diventa vicedirettore generale aggiunto della Fao.

Maurizio Martina. Fonte: Tuttooggi
A questo, si aggiungerà il ruolo di «Special Advisor», ha scritto su Facebook Martina ieri, annunciando a sorpresa il suo incarico nella Food and Agriculture Organization, (Organizzazione per il cibo e l’agricoltura), che fa capo all’Onu. Un cambio di vita che implica le dimissioni dalla Camera dei Deputati.
Martina presenterà formalmente le dimissioni dalla Camera lunedì. A quel punto la giunta per le elezioni valuterà il caso per poi trasmetterlo alla Presidenza di Montecitorio. La prassi vuole che a una prima votazione - la cui calendarizzazione è tutta da scoprire, in questa fase di instabilità politica - le dimissioni vengano respinte. In ogni caso, non dovrebbe trattarsi di tempi troppo lunghi, perché l’incarico alla Fao configura un’incompatibilità da risolvere. Una volta decaduto Martina, toccherà al primo dei non eletti nella lista del plurinominale presentata alle Politiche 2018 dal Pd nel collegio di Bergamo. E il primo dei non eletti è Giovanni Sanga, attualmente presidente dell’aeroporto, in passato deputato per 12 anni. Sanga per ora non commenta.