Roma saluta uno dei suoi ristoratori più amati: Aldo Bravi del Pommidoro. Il suo nome è noto sia perché il locale piazza Sanniti è sempre stato meta di artisti, intellettuali e personaggi dello sport e che, dopo il primo lockdown, non ha riaperto. Ma anche perché Pommidoro è entrato nella storia della cronaca nera italiana perché fu qui che, la sera dell’1 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini cenò assieme a Ninetto Davoli.

Lo scontrino rilasciato da Pasolini a Bravi
Nei giorni seguenti, alla luce della ricostruzione dell’omicidio dell’Idroscalo, avvenuto quella stessa notte, scoppiò una sorta di disputa su chi gli avesse servito l’ultima cena. Come riporta il Corriere della Sera, dopo il passaggio a Pommidoro, infatti, Pasolini fece salire in macchina alla stazione Termini il giovanissimo Pino Pelosi e lo portò «Al Biondo Tevere» di via Ostiense, dove il ragazzo (da lì a poche ore assassino) mangiò un piatto di spaghetti aglio e olio. Il poeta e regista, però, non toccò cibo. Nel locale con vista fiume si limitò a fare compagnia a Pino la Rana, per il semplice fatto che aveva già cenato a San Lorenzo, appunto, dove aveva ordinato costata di vitellone e insalata.
Aldo Bravi per anni ha mostrato la prova schiacciante: l’assegno da 11mila lire (emesso dalla Cassa di Risparmio di Roma, agenzia 15, a Monteverde) firmato da Pier Paolo Pasolini per il pasto consumato. Assegno che l’oste, a fattaccio avvenuto, decise di non incassare e custodire come un cimelio, incorniciandolo e tenendolo bene in vista, sulla parete vicino alla cassa. Nel quadro, oltre all’assegno, il gestore di Pommidoro aveva scritto a penna blu anche la sua spiegazione, quasi a dare un suggello ufficiale al suo ruolo di testimone: «L’assegno è l’ultimo firmato da Pasolini e rilasciato al gestore di questa trattoria, di cui era cliente abituale, per pagare la sua ultima cena consumata insieme a Ninetto Davoli con il quale si era intrattenuto in questo locale fino al momento di recarsi alla stazione per incontrarvi il Pelosi la sera in cui fu ucciso. In fede. Bravi Aldo».