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Climate change e caldo: colture di pere devastate. Calo anche per uva e grano

I cambiamenti climatici stanno causando notevoli perturbazioni nelle aree rurali, dove quest'anno si è verificata una significativa riduzione del raccolto. In particolare, il raccolto di grano è diminuito del 10% [...]

24 agosto 2023 | 10:42
 

Climate change e caldo: colture di pere devastate. Calo anche per uva e grano

I cambiamenti climatici stanno causando notevoli perturbazioni nelle aree rurali, dove quest'anno si è verificata una significativa riduzione del raccolto. In particolare, il raccolto di grano è diminuito del 10% [...]

24 agosto 2023 | 10:42
 

I cambiamenti climatici stanno causando notevoli perturbazioni nelle aree rurali, dove quest'anno si è verificata una significativa riduzione del raccolto. In particolare, quello di grano è diminuito del 10%, quello di uva da vino del 14% e quello di pere addirittura del 63%. Inoltre, la produzione di miele è scesa del 70% rispetto all'anno precedente. Questi effetti negativi sono stati accentuati dalla crescente ondata di calore che sta influenzando negativamente le coltivazioni.

Climate change e caldo: colture di pere devastate. Calo anche per uva e grano

Il raccolto delle pere è diminuito del 63%

L'analisi condotta dalla Coldiretti durante l'ultima ondata di calore rileva che temperature così elevate stanno provocando danni considerevoli alle coltivazioni di frutta e verdura. Questi danni sono spesso irreversibili e possono rendere la frutta e la verdura invendibili. Gli agricoltori stanno cercando di affrontare questa situazione adottando misure come l'ombreggiamento delle coltivazioni, anche tramite l'uso di erba e foglie come barriere naturali. La situazione è particolarmente grave anche per gli animali. La produzione di uova, latte e miele è diminuita a causa del caldo estremo. Le api, stremate dal caldo, non stanno più svolgendo il loro prezioso lavoro di impollinazione a causa della mancanza di voli. Le mucche nelle stalle stanno producendo meno latte, poiché il caldo intenso le rende meno inclini all'alimentazione. Anche le pecore sono costrette a cercare pascoli più elevati a causa del caldo, e sono state adottate misure come l'uso di ventilatori e doccette refrigeranti per alleviare le condizioni nelle stalle. La Coldiretti sottolinea che l'ondata di calore attuale è solo la punta dell'iceberg delle anomalie meteorologiche che caratterizzano il 2023. Quest'anno è stato segnato da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni, seguita da eventi meteorologici estremi come abbondanti precipitazioni e basse temperature. Le conseguenze negative del caldo intenso di luglio e agosto si stanno riflettendo sull'agricoltura e sulle infrastrutture rurali, stimate in danni che supereranno i 6 miliardi di euro dell'anno precedente, di cui più di un miliardo sono stati causati dall'alluvione in Romagna.

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L’ondata di calore africana è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo pazzo 2023 che è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio e agosto con danni all’agricoltura e alle infrastrutture rurali che supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre un miliardo solo per l’alluvione in Romagna. «L'agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli» afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che «i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Un obiettivo che - continua Prandini - richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte».

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