Lo storico Antico Caffè Greco di via Condotti a Roma si trova al centro di una vicenda giudiziaria che ha segnato una svolta definitiva. La giudice Giulia Messina ha ordinato «all’ufficiale giudiziario di eseguire l’immediato rilascio dell’immobile», ponendo fine a uno dei contenziosi più seguiti degli ultimi anni. La decisione arriva in seguito al sequestro dei beni vincolati presenti all’interno del locale, tra cui quadri, sculture e arredi storici, da sempre considerati l’ultimo ostacolo all’esecuzione dello sfratto.

L'Antico Caffè Greco di via Condotti a Roma
I beni vincolati e il sequestro
Il titolare Carlo Pellegrini è indagato per aver trasferito in modo arbitrario parte dei beni vincolati in un magazzino, eludendo così il vincolo culturale imposto su di essi. Il sequestro giudiziario disposto dal Gip ha permesso di liberare la procedura dallo stallo, rendendo possibile lo sgombero immediato del locale. Nonostante Pellegrini abbia sempre sostenuto che i beni gli appartenessero, l’Ospedale Israelitico, proprietario delle mura del caffè, ha ribadito che non sono mai state esibite fatture o documentazioni a supporto di tale affermazione.
Il ruolo dell’Ospedale Israelitico
L’Ospedale Israelitico, assistito dagli avvocati Pasquale Frisina e Fabio Lattanzi, da tempo sollecitava lo sfratto del Caffè Greco. Con la nuova decisione del tribunale, l’ente ottiene un punto a favore in un contenzioso che, negli anni, ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni culturali. La questione relativa al futuro dei beni materiali e immateriali sottoposti a vincolo sarà valutata in separata sede, come precisato dalla giudice Messina.
Il futuro dello storico locale di via Condotti
Il Caffè Greco di Roma, fondato nel 1760, è considerato uno dei caffè storici più antichi e prestigiosi d’Europa. Luogo di incontro per artisti, scrittori e intellettuali, il locale rischia ora di vivere una nuova fase della sua storia. Lo sgombero imminente segna un passaggio cruciale: il destino degli arredi vincolati sarà oggetto di ulteriori decisioni giudiziarie, ma il rilascio dei locali appare ormai inevitabile.