Secondo i dati più recenti dell’Istat, nel 2024 la spesa media mensile per consumi delle famiglie italiane in valori correnti è pari a 2.755 euro, sostanzialmente invariata rispetto ai 2.738 euro registrati nel 2023.

Un terzo delle famiglie riduce il cibo
Tuttavia, «circa un terzo delle famiglie dichiara di aver limitato, in quantità e/o qualità, la spesa per cibo rispetto a un anno fa» segnala l’Istat. Il dato, pur leggermente in calo rispetto al 31,5% del 2023, resta significativo: 31,1% delle famiglie riduce la spesa alimentare. Anche la spesa per bevande mostra una riduzione, con il 35,3% delle famiglie che dichiara limitazioni (era il 35,0% nel 2023).
L’Istat evidenzia forti differenze territoriali. La spesa media mensile del Nord-Est è superiore di 834 euro rispetto al Sud, con una differenza percentuale che arriva al 37,9%.
Queste differenze non riguardano solo il livello di spesa complessivo, ma si riflettono anche nelle scelte alimentari, nella qualità dei prodotti acquistati e nella varietà delle diete familiari.
Tra le cause della riduzione della spesa alimentare, si possono considerare l’aumento dei prezzi e l’inflazione alimentare registrata negli ultimi anni. Inoltre, fattori socioeconomici e differenze territoriali contribuiscono a creare un quadro complesso di comportamenti di consumo.
Secondo alcuni esperti, «le famiglie stanno adattando le proprie abitudini alimentari per far fronte ai costi, privilegiando prodotti base e riducendo acquisti discrezionali».
Per il settore alimentare e agroalimentare, questi dati segnalano un contesto di consumi stabile nei valori complessivi, ma in trasformazione nella qualità e quantità. Per le imprese del settore, diventa strategico capire come intercettare questi nuovi comportamenti e adattare l’offerta.