Nel mondo della ristorazione professionale c’è un movimento che merita attenzione, perché non riguarda solo una fusione tra aziende ma il modo in cui cambieranno le cucine nei prossimi anni. Unox, realtà veneta cresciuta attorno ai forni intelligenti, ha completato l’acquisizione del 100% di Roboqbo, azienda bolognese che da quasi cinquant’anni sviluppa sistemi in grado di trasformare ingredienti, cuocere, emulsionare e pastorizzare all’interno di un’unica macchina. Due percorsi diversi che ora convergono per costruire un ecosistema unico, dove la cottura e la preparazione diventano parte di un’unica piattaforma tecnologica.

Come Roboqbo entra nell’universo Unox e ridisegna la cucina di domani
L’operazione è stata annunciata a Cadoneghe il 14 novembre e segna un passaggio importante per Unox, impegnata da tempo a consolidare un modello di cucina professionale capace di funzionare anche in contesti in cui il personale è ridotto o i ritmi di lavoro richiedono standard costanti. La scelta di portare Roboqbo all’interno del gruppo risponde proprio a questo scenario: integrare la robotica da laboratorio e da produzione artigianale nei processi quotidiani di chef, pasticceri e laboratori che cercano stabilità e continuità, senza rinunciare al controllo diretto delle lavorazioni. Roboqbo nasce nel 1978 a Bentivoglio, nel cuore della Food Valley, e nel tempo è diventata un punto di riferimento per chi lavora nelle trasformazioni alimentari e cosmetiche. Il suo Qbo Universal Processing System, oggi presente in molte cucine professionali, permette di sostituire attrezzature tradizionali diverse - impastatrici, cutter, pentole, pastorizzatori, tritacarne - con un’unica unità. Una macchina pensata per offrire precisione e ripetibilità, ma anche per ridurre errori e semplificare passaggi che spesso richiedono mani esperte e tempi lunghi.
Con l’ingresso in Unox, questa tecnologia avrà accesso a una rete di distribuzione che copre oltre 110 Paesi e conta 770 professionisti tra marketing, vendite, assistenza e customer care. Significa che i prodotti Roboqbo entreranno in un circuito globale già abituato a gestire soluzioni hardware e software avanzate, con la prospettiva di un’integrazione commerciale che potrà aprire nuove opportunità di mercato e accelerare la diffusione internazionale delle macchine. Per Unox non è un semplice allargamento di catalogo, ma la possibilità di estendere la propria proposta all’intera filiera della cucina. «Questa acquisizione - dichiara Nicola Michelon, ceo di Unox - ci consente di accedere ad un nuovo pacchetto tecnologico, rafforzando la nostra missione di offrire soluzioni intelligenti ai bisogni dei professionisti del foodservice: con le macchine Roboqbo, affiancate ai nostri forni intelligenti Cheftop e Bakertop, puntiamo a proporre ai nostri clienti una soluzione integrata che consenta di gestire tutti i processi di preparazione e cottura del cibo». Michelon spiega anche come l’integrazione con la rete commerciale e tecnica sarà avviata già nei prossimi mesi, con l’obiettivo di aumentare rapidamente i volumi e sostenere nuovi investimenti in ricerca e sviluppo. «L’integrazione con la nostra infrastruttura tecnologica e di fornitura richiederà un periodo più lungo, che stimiamo in circa 3 anni» aggiunge, indicando un percorso graduale che dovrebbe portare a un impatto misurabile già nel 2026, anno in cui Unox prevede di raggiungere il traguardo dei 400 milioni di euro di fatturato.
Dall’altra parte, l’operazione rappresenta anche la continuità di un progetto nato in un contesto artigianale e cresciuto grazie alla ricerca. «Ho da sempre guidato Roboqbo con l’obiettivo di portare innovazione reale nelle cucine professionali, mettendo la tecnologia al servizio delle persone» ricorda Giuseppe Malavasi, fondatore dell’azienda. La sua visione nasce dall’idea di rendere accessibili ai laboratori tecniche che in passato erano riservate alle grandi industrie alimentari. «Oggi, dopo anni di crescita e ricerca, sono orgoglioso di affidare questo progetto al Gruppo Unox», afferma, sottolineando come la forza industriale e la rete internazionale dell’azienda veneta potranno ampliare la portata di una tecnologia che, nelle intenzioni originarie, mirava a facilitare il lavoro di professionisti e artigiani. L’acquisizione arriva in un momento in cui il mondo della ristorazione sta affrontando sfide che toccano tutti gli aspetti del lavoro in cucina: la difficoltà nel reperire personale qualificato, l’aumento dei costi, la necessità di standardizzare alcuni passaggi ripetitivi e al tempo stesso mantenere un’identità gastronomica riconoscibile. Per molti operatori, l’automazione è diventata un alleato necessario, non per sostituire le persone ma per consentire ritmi sostenibili e una qualità costante. E proprio questa esigenza di equilibrio sembra essere al centro della strategia di Unox: affiancare ai propri forni una nuova famiglia di strumenti capaci di gestire lavorazioni complesse, riducendo tempi, margini di errore e improvvisazione.
È una trasformazione che riguarda anche la formazione, la manutenzione e la progettazione dei laboratori: con strumenti dotati di programmi preimpostati, funzioni di pulizia automatica e una maggiore prevedibilità delle produzioni, le cucine possono adattarsi più facilmente alle fluttuazioni del personale e alla necessità di aumentare o ridurre i volumi senza perdere continuità. In questo contesto, Roboqbo apporterà non solo tecnologia, ma anche una cultura di processo maturata in anni di confronto con chef, pasticceri e artigiani del cibo e della cosmetica. L’operazione, come precisa Enrico Franzolin, presidente di Unox, si inserisce in una linea di sviluppo che punta a creare valore in modo organico. «Questa non è un’operazione che ci porta verso una strategia di crescita per linee esterne, ma un’acquisizione mirata a supportare la nostra idea di creare valore in modo organico, investendo in tecnologia e infrastrutture, ma soprattutto creando opportunità di crescita per chi lavora nel nostro Gruppo», spiega. E guarda già avanti, immaginando un percorso di crescita importante per Roboqbo: «Riteniamo che attraverso la nostra piattaforma globale di distribuzione saremo in grado di triplicare il fatturato di Roboqbo in un periodo che va dai 6 agli 8 anni al massimo».
Il quartier generale di Roboqbo resterà a Bentivoglio, confermando il radicamento in un territorio che ha contribuito a definirne cultura e approccio produttivo. Da lì, il percorso continuerà con nuovi investimenti e con un ruolo più ampio all’interno di una rete che oggi unisce tecnologia, automazione e una conoscenza approfondita delle dinamiche di cucina.