Il tribunale di Ancona ha dichiarato la liquidazione giudiziale della società dello chef Elis Marchetti, attiva nella gestione del ristorante Villa Amalia di Falconara e del food truck situato ai laghetti del Passetto, ad Ancona. Una decisione che segna un passaggio complesso nella carriera imprenditoriale dello chef, che dovrà lasciare Villa Amalia entro la fine di dicembre. «Spero con tutto il cuore di non dovermi fermare definitivamente. Bisogna voltare pagina», ha dichiarato Marchetti a Il Messaggero, sottolineando l’intenzione di collaborare con il curatore e di adempiere ai propri doveri da imprenditore.

Liquidazione giudiziale per la società di Elis Marchetti
I motivi della crisi: lavori, investimenti e calo del fatturato
Secondo quanto riferito dallo chef, le difficoltà sono iniziate nel 2024, con sette mesi di lavori che hanno rallentato l’attività del ristorante. A questi si sono aggiunti investimenti importanti, sostenuti anche tramite le banche, che però avrebbero erogato importi inferiori rispetto a quanto inizialmente concordato. «Il fatturato è sceso a un terzo rispetto a quello preventivato. A un certo punto il gioco si è fermato» ha spiegato Marchetti, descrivendo una situazione economica diventata progressivamente insostenibile.
Villa Amalia: un progetto nato per valorizzare il territorio
Lo chef ha ricordato anche l’impegno economico profuso nel recupero della struttura. «Sono stati investiti 170mila euro per restaurare Villa Amalia. La volevo riportare alla luce, fare un regalo ai falconaresi», ha raccontato, aggiungendo che, con il senno di poi, quella struttura avrebbe potuto offrire maggiori opportunità di lavoro. Decisioni difficili, prese nel tentativo di rilanciare il progetto, che però non hanno portato ai risultati sperati.

Il food truck al Passetto e un’occasione mancata
Un capitolo particolarmente doloroso, per Marchetti, riguarda l’esperienza del food truck ai laghetti del Passetto. «Nel 2024 siamo stati operativi solo un mese. L’anno precedente avevamo lavorato sempre, guadagnando in tre mesi quanto in uno», ha spiegato. «È l’esperienza che mi ha fatto più male. Avevo aperto il truck per tutti, in un posto spettacolare che amo molto», ha aggiunto, sottolineando come il progetto non sia riuscito a decollare, anche a causa di una programmazione degli eventi ritenuta poco favorevole e di una gestione del decoro migliorabile.
Mercato cambiato e rapporto con la clientela
Nelle sue riflessioni, lo chef ha anche ammesso un possibile scollamento con una parte della clientela. «Forse ho allontanato involontariamente qualcuno, che ha associato la mia cucina a un costo troppo elevato», ha riconosciuto. «Probabilmente è arrivato più il personaggio che la persona. E il mercato è cambiato: la spesa media è cambiata. Andare al ristorante non è più visto come qualcosa di inclusivo come un tempo», ha concluso, offrendo una lettura più ampia delle difficoltà che oggi attraversano molti operatori della ristorazione.