Un taglio di 1.100 posti di lavoro. È questa la decisione presa da Starbucks, il colosso mondiale del caffè, con l'obiettivo dichiarato di aumentare l'efficienza operativa e gettare le basi per un futuro più solido. I licenziamenti, che coinvolgeranno il 7% dei dipendenti che non lavorano direttamente nelle sue caffetterie, rappresentano un cambiamento significativo per l'azienda, che sta cercando di riorganizzare le sue risorse per affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione.

Starbucks taglierà il 7% del personale non operativo
La notizia arriva in un momento in cui molte grandi aziende stanno rivedendo le proprie strategie interne, spinte da una concorrenza sempre più agguerrita e da una necessità crescente di ottimizzare i costi. In questo contesto, Starbucks non fa eccezione. L'obiettivo non è solo ridurre le spese, ma piuttosto - fanno sapere - migliorare l'efficienza complessiva, snellendo i processi e ridistribuendo le risorse in modo più strategico.
A confermare questa direzione è stato l'amministratore delegato della compagnia, Brian Niccol, che ha spiegato senza troppi giri di parole il senso di questa scelta: «Riteniamo che sia un cambio necessario per posizionare Starbucks per il futuro successo». Una dichiarazione chiara, che lascia poco spazio a interpretazioni e che evidenzia la volontà di preparare l'azienda a una fase di crescita più sostenibile nel lungo termine. I tagli, come precisato, non interesseranno il personale operativo delle caffetterie, ma piuttosto i dipendenti impegnati in ruoli aziendali e di supporto.