A Venezia il ticket d’accesso torna a far discutere. Dopo il debutto del 2024 e la sperimentazione con oltre 5 milioni di euro di incassi, il Comune ha dovuto fare i conti con il Garante per la Privacy, che ha giudicato sproporzionata la raccolta di dati personali prevista per le esenzioni. La sanzione, inizialmente ipotizzata in 20 milioni di euro, è stata ridotta a 10 mila grazie alla collaborazione dell’amministrazione, che ha già modificato il regolamento in vista del 2025. Ma rimane aperto il nodo centrale: la definizione di una soglia massima di presenze giornaliere per tutelare la città e i diritti dei cittadini.

Il Garante per la Privacy, che ha giudicato sproporzionata la raccolta di dati personali da parte del Comune di Venezia attraverso il ticket
Ticket, la multa al Comune di Venezia
Il Comune di Venezia ha rischiato una multa di 20 milioni di euro per il ticket d’accesso 2024, ma grazie alla collaborazione con il Garante per la Privacy la sanzione è stata ridotta a 10 mila euro. Nel 2024 il ticket ha coperto 29 giorni, generando un incasso di 2.425.310 euro, mentre per il 2025 il periodo sarà esteso a 54 giorni, con introiti previsti per 5,4 milioni di euro.
Il provvedimento firmato dal presidente Pasquale Stanzione evidenzia la questione della soglia di accesso, ossia il numero massimo di presenze in città a tutela del patrimonio monumentale, soglia che non era mai stata fissata da Ca’ Farsetti. Nel 2024, il Comune aveva chiesto la registrazione di lavoratori, domiciliati, studenti e partecipanti a cerimonie o processi per ottenere esenzioni dal pagamento del ticket.
Il Garante ha sottolineato: «Il ricorso allo strumento della pre-registrazione sul Portale e il conseguente trattamento di numerosi dati personali, con le modalità previste, in assenza della previa fissazione di una soglia e delle conseguenti determinazioni risulta non proporzionato e in contrasto con i principi di liceità, correttezza e trasparenza, limitazione della finalità e minimizzazione».
Il ruolo della soglia di accesso
Senza una soglia massima di presenze, il ticket non può avere una funzione efficace di controllo dei flussi turistici giornalieri. Inoltre, «a fronte dell’enorme numero di dati personali raccolti, solo una percentuale minima sarà effettivamente utilizzata per finalità tributarie», spiegano da Ca’ Farsetti.
L’amministrazione ha già avviato «un’approfondita istruttoria con il supporto dell’Avvocatura Civica e di un legale esterno per esaminare i rilievi dell’Autorità e valutare tutte le azioni necessarie a tutelare l’operato dell’amministrazione».
Tutela della città e diritti dei cittadini
L’obiettivo dichiarato del contributo d’accesso è «garantire la vivibilità della città antica e delle isole, tutelando residenti, studenti e lavoratori». Secondo il consigliere Marco Gasparinetti, che ha parlato al Corriere della Sera, «senza soglia giornaliera non c’è possibilità di comprimere il diritto alla privacy. L’obiettivo superiore non è fare cassa».
Il capogruppo dem Giuseppe Saccà sottolinea: «L’amministrazione ha adottato un sistema non solo inefficace nella gestione dei flussi dei visitatori, ma anche pericoloso, perché calpesta i diritti fondamentali alla protezione dei dati personali». Andrea Martini di “Tutta la Città” aggiunge: «La sanzione blocca la continuazione dell’applicazione del contributo d’accesso», mentre il segretario CGIL Daniele Giordano ribadisce l’esigenza di «una discussione sulla soglia di carico della città».