Una settimana di scosse per i mercati delle principali commodity agrifood. Dall’altra parte dell’oceano, il Canada registra raccolti record di legumi che stanno trascinando i prezzi ai minimi dal 2020/21. Negli Stati Uniti il comparto delle noci archivia la stagione più debole dell’ultimo decennio e si prepara a un rimbalzo consistente, mentre la Turchia resta al centro dell’attenzione con una corsa senza freni dei prezzi delle nocciole, accompagnata dalle difficoltà del raccolto italiano.

Mercati agrifood: crollano i legumi, rimbalzano le noci, volano le nocciole
Secondo le analisi di Areté, i raccolti 25/26 record in Canada, area chiave di produzione ed esportazione, continuano a trasmettere ribassi alle quotazioni dei legumi. In Saskatchewan, solo nell’ultimo mese, lenticchie verdi, ceci kabuli e piselli gialli hanno segnato rispettivamente un -31%, -7% e -20%, toccando i minimi dal 2020/21. Il governo canadese proietta produzioni locali in marcato recupero rispetto alla scorsa campagna: +7% lenticchie, +13% ceci e +17% piselli con scorte previste in ricostruzione.
Passando agli Stati Uniti, il Dipartimento dell’agricoltura ha pubblicato il “California Walnut Objective Measurement Report” con le prime previsioni di aree, rese e produzione Usa per la campagna 2025/26 appena iniziata. Dopo il raccolto 2024/25, il più basso delle ultime dieci campagne, le proiezioni sono di un rimbalzo del 18% a circa 644mila metric ton. Un aumento riconducibile a un recupero delle rese (+19% a/a) che più che compensa l'attesa contrazione delle aree (-1%) - le quali segnerebbero la terza campagna consecutiva di calo. Secondo le analisi di Areté, l’atteso recupero produttivo Usa - in uno scenario di buona disponibilità cilena dopo il buon raccolto 2025 - sta contribuendo a frenare il trend inflattivo che, da inizio 2024, continuava a caratterizzare il mercato.
Decisamente diversa la fotografia del comparto nocciole, dove il mercato turco continua a essere caratterizzato da straordinaria volatilità rialzista. Il prezzo della nocciola turca sgusciata 11/13, consegnata in Europa, da metà luglio ha registrato un aumento del 38%, superando quota 14mila $/t, +110% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo le analisi di Areté, l'incertezza sull'entità della produzione 25/26 e i timori legati alla qualità del nuovo prodotto continuano a rappresentare i principali driver rialzisti. Le previsioni degli operatori per l'imminente raccolto 25/26, infatti, restano molto divergenti, tra le 400mila e le 610mila t, suggerendo un calo di oltre il 20% rispetto alla campagna 24/25, con potenziale scarsità di calibri medio-grandi.
A questo quadro già teso si sommano le criticità lato offerta in Italia. Dopo condizioni colturali promettenti nei primi mesi dell’anno, eventi meteo avversi, cascola precoce e pressioni fitosanitarie stanno generando preoccupazioni sull’imminente raccolto 25/26. Con i produttori in Piemonte, Campania e Lazio che segnalano perdite anche superiori del 40% rispetto al potenziale medio dell'area, difficilmente il raccolto nazionale raggiungerà le proiezioni fornite da INC (120mila t +38% vs. 24/25) e dall’Istat (144.600 +20% vs. 24/25).