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A Sutrio il gusto della Carnia si fa in dieci: torna la Festa dei Cjarsòns

Dieci isole di degustazione, ricette diverse da ogni vallata, vini friulani e storie di cramârs: il borgo ai piedi dello Zoncolan celebra il piatto che da secoli unisce gusto, memoria e montagna [...]

 
29 maggio 2025 | 17:39

A Sutrio il gusto della Carnia si fa in dieci: torna la Festa dei Cjarsòns

Dieci isole di degustazione, ricette diverse da ogni vallata, vini friulani e storie di cramârs: il borgo ai piedi dello Zoncolan celebra il piatto che da secoli unisce gusto, memoria e montagna [...]

29 maggio 2025 | 17:39
 

Dieci paesi, dieci ricette, dieci modi di interpretare il piatto simbolo della Carnia. Succede domenica 1 giugno a Sutrio (Ud), piccolo borgo friulano ai piedi del monte Zoncolan, che ospita la nuova edizione della Festa dei Cjarsòns, diventata negli anni uno degli appuntamenti primaverili più attesi del Friuli Venezia Giulia. Tra stand, degustazioni e antichi sapori, sarà l'occasione per scoprire (e assaggiare) tutte le sfumature di un piatto che, pur nascendo come cibo povero, ha la complessità e la ricchezza di una portata da grande cucina.

A Sutrio il gusto della Carnia si fa in dieci: torna la Festa dei Cjarsòns

Cjarsòns protagonisti a Sutrio: domenica 1 giugno la festa del piatto simbolo della Carnia

Passeggiando tra le vie del paese, trasformate per l'occasione in un percorso del gusto, i visitatori troveranno una decina di isole di degustazione, ognuna dedicata a una diversa versione dei Cjarsòns: salati o dolci, con erbe primaverili, frutta secca, spezie o perfino cioccolato. Ogni vallata della Carnia sarà rappresentata da un paese con la propria ricetta, offrendo così una panoramica autentica e concreta delle infinite declinazioni di questo piatto che, pur mantenendo un impianto comune, cambia ingredienti e carattere a seconda della zona, della famiglia e persino del ristorante che lo prepara. Con le erbe di primavera, con la ricotta, le uvette, la confettura di pere, con le patate ingentilite da mela e scorza di limone grattugiata e cannella, prezzemolo, menta e melissa, con i biscotti e la composta di albicocche e perfino con cacao dolce e amaro: sono una cinquantina le versioni dei Cjarsòns, il più tipico piatto della Carnia, ed ogni vallata ne ha la sua versione. Non solo, anche ogni ristorante e ogni famiglia ha il suo piccolo segreto per preparare questa sorta di golosi ravioli dagli innumerevoli gusti, col comune denominatore del ripieno speziato e del condimento con burro fuso, una grattugiata di ricotta affumicata e spesso anche una spolverata di cannella.

Insieme agli assaggi, ci sarà spazio anche per prodotti tipici, attività per bambini, musica dal vivo e un mercatino con le eccellenze del territorio, nell'ambito delle attività previste dal Bando Borghi Pnrr “Il Bosco nel Borgo - Il Borgo nel Bosco”, pensato per valorizzare i piccoli centri attraverso iniziative culturali ed enogastronomiche. Ma per capire davvero cosa rappresentano i Cjarsòns in queste terre bisogna fare un passo indietro, lungo qualche secolo. L'origine del piatto si perde infatti “nella notte dai tempi dei tempi” ed è legata ai cramârs, i venditori ambulanti di spezie carnici che, dal Settecento, attraversavano a piedi le Alpi per vendere nei paesi germanici la loro preziosa ed esotica mercanzia acquistata a Venezia e riposta nella crassigne, una sorta di piccola cassettiera di legno che portavano a mo' di zaino sulle spalle. Quando tornavano a casa, era festa grande e le donne preparavano i Cjarsòns, ravioli con ripieno a base di ricotta impastata con una ricchissima varietà di ingredienti: spezie, frutta secca, uva sultanina, aromi orientali, erbe aromatiche… tutto quanto insomma rimaneva sul fondo dei cassetti della crassigne, perché nulla doveva andare sprecato. Nel corso del tempo, questo piatto ha continuato a raccontare la Carnia in ogni suo ingrediente, cambiando volto ma restando fedele a sé stesso. Oggi, quella che un tempo era una preparazione di festa è diventata anche simbolo di creatività gastronomica, memoria collettiva e identità territoriale. La festa di Sutrio serve proprio a questo: mettere in circolo le storie, i sapori, le differenze. E offrire a chi passa da queste parti un assaggio vero della Carnia, cucinato da chi la abita ogni giorno.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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