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sabato 13 dicembre 2025  | aggiornato alle 21:03 | 116317 articoli pubblicati

A Roma una nuova idea di bar passa dal rientro di uno dei protagonisti della mixology

Stiamo parlando di Mario Farulla, che da gennaio guiderà Veleno, il cocktail bar di Luciano Cucina Italiana, portando nella Capitale una visione del bere costruita sul dialogo reale con la cucina

 
13 dicembre 2025 | 12:53

A Roma una nuova idea di bar passa dal rientro di uno dei protagonisti della mixology

Stiamo parlando di Mario Farulla, che da gennaio guiderà Veleno, il cocktail bar di Luciano Cucina Italiana, portando nella Capitale una visione del bere costruita sul dialogo reale con la cucina

13 dicembre 2025 | 12:53
 

Ci sono ritorni che non hanno il sapore della nostalgia, ma quello di una scelta precisa. Dal 1° gennaio 2026 uno dei nomi più interessanti della mixology italiana, Mario Farulla, rientra a Roma per assumere la direzione di Veleno, il cocktail bar nascosto al piano -1 di Luciano Cucina Italiana. Non è un semplice cambio di guida, né l’ennesimo movimento di mercato: è l’incontro tra due visioni che da tempo parlano lo stesso linguaggio, quello di un bere pensato per stare davvero a tavola.

farulla

Mario Farulla, uno dei nomi più interessanti della mixology

Dopo dieci anni all’estero e cinque passati a Milano, immerso in un lavoro continuo di ricerca e sperimentazione, Farulla rientra nella sua città con un progetto che sembra fatto su misura. Veleno nasce nel 2023 da un’intuizione di Luciano Monosilio, chef che da tempo ragiona sul bere con la stessa attenzione riservata alla cucina. L’idea è quella di uno spazio sotterraneo che dialoghi in modo naturale con il ristorante, senza gerarchie forzate e senza compartimenti stagni.

«Il nostro segmento di mercato - spiega Monosilio - è vario ed esigente, ricerca una cucina italiana autentica ed è attento al buon bere. Non tutti però prediligono il vino, per questo ho realizzato un basement bar in cui potessimo dare l’opportunità ai clienti di pasteggiare con un cocktail gastronomico o una variante analcolica opportunamente studiata. Ma non solo: Veleno è diventato in questi anni uno spazio polifunzionale, il bancone per un aperitivo a tu per tu con il barman o il teatro per un dopocena in un’atmosfera ideale. In tanti cocktail bar si beve bene, è raro però trovare una cucina allo stesso livello. Questo è senz’altro il nostro plus». Parole che aiutano a capire perché oggi Veleno abbia deciso di affidarsi a Farulla. Il progetto chiede una guida capace di leggere il cibo e trasformarlo in bevanda, di lavorare sulla profondità più che sull’effetto, mantenendo sempre un equilibrio chiaro tra sala, bar e cucina. Un terreno che Farulla conosce bene e su cui ha costruito buona parte della sua identità professionale.

Il lavoro che lo attende non riguarda solo la carta dei cocktail, ma una visione più ampia del bere miscelato. L’idea è quella di sviluppare drink che accompagnino il piatto, che ne amplifichino il senso senza rubare la scena, cercando una coerenza reale tra food & beverage. Un percorso che affonda le radici nella cucina romana contemporanea e prova a tradurne il carattere in chiave liquida, con un approccio concreto e mai autoreferenziale. Ma il ritorno di Farulla a Roma ha anche un valore che va oltre Veleno. Tra i pochi bar manager italiani ad aver collezionato due presenze con altrettanti locali nella lista dei The World’s 50 Best Bars, oggi rimette questa esperienza al servizio di una città che, ciclicamente, sembra dover ricordare il proprio peso nel panorama internazionale. Roma resta una capitale del bere e del mangiare, anche quando lavora lontano dai riflettori, e il nuovo corso di Veleno punta a ritagliarsi uno spazio riconoscibile in questo racconto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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