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Cereali, scoperti nel dna dei moduli per resistere alla siccità

11 maggio 2023 | 13:37
 

Cereali, scoperti nel dna dei moduli per resistere alla siccità

11 maggio 2023 | 13:37
 

Alcune delle colture più importanti per l'uomo, come mais, sorgo e miglio, si sono evolute scambiandosi interi moduli genetici tra le cellule, una scoperta che potrebbe portare a coltivazioni più resistenti alla siccità e ai cambiamenti climatici. A determinarlo è stato il confronto tra i genomi delle singole cellule fatto sotto la guida di Bruno Guillotin, dell'Università di New York e pubblicato su Nature. Mais, sorgo e miglio sono tra i cereali più utilizzati e già da qualche tempo si è riusciti a ricostruire i legami e le origini tra queste colture: mentre mais e sorgo hanno un antenato comune da cui si sono differenziati circa 12 milioni di anni fa, per trovare relazioni con il miglio bisogna andare ancora più indietro nel tempo.

Cereali scoperti nel dna dei moduli per resistere alla siccità

Cereali, una scoperta che potrebbe portare a coltivazioni più resistenti alla siccità

Ma nonostante la discendenza comune queste tre specie presentano delle differenze sostanziali in alcuni tratti chiave, il sorgo ad esempio si mostra molto più tollerante alla siccità e questa sua capacità sarebbe dovuta in particolare al rilascio dalle radici di una sorta di melma, un composto gelatinoso che favorisce lo sviluppo di alcuni batteri che aiutano la pianta a prendere nutrimenti. Studiando le varie differenze i ricercatori hanno determinato che alcune caratteristiche possono essere ricondotte al momento di separazione evolutiva delle varie colture, ma cercando di ricostruire questi cambiamenti i ricercatori hanno scoperto l'esistenza di veri e propri moduli comuni, composti tra 10 e 50 geni, nati dopo la loro separazione evolutiva. Questi moduli di genoma, affermano i ricercatori, sarebbero stati scambiati tra le piante ma la loro posizione e la differente attivazione ne produce risultati differenti. Ad esempio, nel sorgo i 'geni della melma' sono stati trovati nel tessuto esterno della radice, mentre nel mais sono espressi nella parte terminale della radice, un cambiamento evolutivo che potrebbe consentire al mais di attrarre i batteri che aiutano la pianta ad ottenere azoto. Poter ora attivare in modo differente questi moduli potrebbe migliorare la resistenza delle colture.

FONTE: Ansa

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