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Il Recioto della Valpolicella entra tra i Presìdi Slow Food

Sette cantine veronesi uniscono le forze per riportare alla luce il vino dolce simbolo della Valpolicella, oggi prodotto in quantità minime, con un disciplinare più rigoroso e un impegno concreto per il paesaggio rurale

 
21 ottobre 2025 | 18:12

Il Recioto della Valpolicella entra tra i Presìdi Slow Food

Sette cantine veronesi uniscono le forze per riportare alla luce il vino dolce simbolo della Valpolicella, oggi prodotto in quantità minime, con un disciplinare più rigoroso e un impegno concreto per il paesaggio rurale

21 ottobre 2025 | 18:12
 

Il Recioto della Valpolicella entra ufficialmente tra i Presìdi Slow Food. A sostenerne la rinascita sono sette cantine veronesi - Mizzon, Venturini, Roccolo Grassi, Corte Merci, La Dama, Giovanni Ederle e Novaia - decise a restituire dignità e futuro a un vino dalla storia millenaria, citato già da Plinio il Vecchio nel I secolo d.C.

Il Recioto della Valpolicella entra tra i Presìdi Slow Food

Il Recioto della Valpolicella diventa Presidio Slow Food (credits: Giandomenico Quarella)

Considerato ilpadredell’Amarone, il Recioto è stato per secoli l’espressione più autentica della Valpolicella. Ma il successo internazionale del suoparentesecco ha cambiato gli equilibri, spingendo molti produttori a destinare le uve migliori all’Amarone e lasciando il Recioto ai margini della produzione. A pesare, negli ultimi anni, anche la contrazione dei consumi di vini dolci, che ha reso sempre più difficile mantenerne viva la tradizione. «Abbiamo deciso di avviare un Presidio sul Recioto - afferma Roberto Covallero, presidente di Slow Food Veneto e referente del Presidio - ben consapevoli di quanto fosse complesso questo progetto, perché questo vino così identitario per la Valpolicella, negli ultimi 20 anni è in continuo calo. Sul totale delle bottiglie prodotte in Valpolicella solo lo 0,6% è Recioto».

Il regolamento del Presidio, più restrittivo rispetto al disciplinare della Docg, punta a garantire standard elevati e un legame diretto con il territorio. Vietato l’uso di diserbanti chimici, uve selezionate da vigne di almeno 15 anni, appassimento in fruttaio per almeno 100 giorni senza forzature e livelli minimi di solforosa. La messa in commercio è prevista non prima di cinque anni dalla vendemmia, con almeno un anno di affinamento in bottiglia. L’impegno va oltre la qualità del vino: le aziende si sono anche vincolate a conservare i terrazzamenti e il paesaggio rurale storico della Valpolicella, elementi che raccontano tanto quanto un bicchiere di Recioto. La prima tappa ufficiale di questo percorso sarà la Slow Wine Fair 2026, in programma a Bologna dal 22 al 24 febbraio, dove il nuovo Presidio verrà presentato al pubblico. Un segnale concreto per dire che il Recioto non è un ricordo del passato, ma un vino che merita ancora un posto nel futuro della Valpolicella.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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