Negli ultimi tre mesi le vendite di Prosecco hanno registrato una diminuzione vicina all’8%. A evidenziarlo è Sandro Bottega, presidente di Bottega Spa, azienda trevigiana attiva in oltre 160 Paesi. Secondo Bottega, il trend negativo riguarda anche un vino che, fino a oggi, aveva mostrato una buona tenuta rispetto all’incertezza generata dai dazi.

Sandro Bottega, presidente dell'omonima azienda
Bottega osserva: «Giuste le analisi che emergono da parte della stampa e di alcuni esponenti politici, ma negli ultimi 3 mesi le vendite del Prosecco sono diminuite di quasi l’8%, nonostante questo spumante sia uno dei vini che hanno retto meglio all’incertezza creata dai dazi».
Uno dei fattori che incidono maggiormente riguarda il mercato degli Stati Uniti. Gli importatori, spiega Bottega, hanno effettuato ordini consistenti all’inizio dell’anno per anticipare le possibili nuove tariffe doganali, riempiendo i magazzini e fermando in seguito nuovi acquisti. «Gli importatori americani, dopo aver riempito i magazzini nei primi mesi dell’anno, hanno posto in stand by ulteriori ordinativi in considerazione dei dubbi sul futuro del settore», afferma Bottega.
Nonostante ciò, l’inizio del 2025 era stato positivo: «Il 2025 era partito con il piede giusto e con ottimi incrementi delle vendite, segno che il Prosecco è uno dei vini più apprezzati al mondo e che non vede mai crisi, se non intervengono fattori esterni a destabilizzare il mercato».
Bottega sottolinea l’importanza di un’azione più incisiva da parte delle istituzioni: «L’Italia e l’Europa dovrebbero spingere a fondo sulla negoziazione per ottenere delle esenzioni o per lo meno una marcata riduzione dei dazi attuali».
Richiama infine una disparità interna all’Unione Europea: «All’interno della Ue l’Ungheria di Orbán sembra aver ottenuto delle concessioni che stridono con le condizioni applicate dagli Usa agli altri Paesi europei».
Bottega conclude con un richiamo alla necessità di valorizzare il settore agroalimentare italiano: «Il Made in Italy è un vessillo che tutti i governi hanno sbandierato come simbolo della nostra identità nazionale. Sarebbe necessario difenderlo e supportarlo con investimenti mirati in promozione, fiere e comunicazione». Secondo Bottega, si tratterebbe di investimenti capaci di autosostenersi grazie all’aumento del fatturato e del gettito fiscale, ma che non hanno trovato continuità nel tempo: «Purtroppo interventi di questo tipo non si vedono oggi, come non si sono visti in passato».