A Montalcino basta stappare una bottiglia di Brunello per generare valore. Non una suggestione romantica da appassionati, ma un dato economico: ogni apertura muove, infatti, in media 117 euro sul territorio, quattro volte il prezzo di una bottiglia. È la misura più immediata di quanto il vino simbolo del borgo senese abbia contribuito a creare un ecosistema turistico ed economico che nel tempo si è allargato ben oltre le cantine, fino a coinvolgere hotel, agriturismi, ristoranti, enoteche e servizi legati all’accoglienza.

Ogni volta che si apre un Brunello, il territorio “incassa” 117 euro
Oggi il territorio può contare su 12 strutture alberghiere - tre delle quali a 5 stelle - e su 180 realtà extra-alberghiere, soprattutto agriturismi, che hanno trasformato il paesaggio in una costellazione di ospitalità diffusa. A queste si aggiunge una ristorazione sempre più ricettiva verso il pubblico internazionale, con decine di insegne e due ristoranti stellati, oltre a wine bar ed enoteche che vivono anche del pubblico in arrivo per conoscere da vicino il Brunello. Questa fotografia, messa a punto dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino grazie ai dati dell’Ufficio di statistica della Regione Toscana e dell’Istat, arriva mentre il borgo si prepara al weekend di Benvenuto Brunello. Sabato 22 novembre, all’interno della Chiesa di Sant’Agostino, è in programma il talk “Dalla vigna al mondo: enoturismo ed esperienze per il vino del futuro”, un’occasione per riflettere sul ruolo crescente che il turismo del vino continua ad avere qui, in un contesto che ha saputo trasformare la propria notorietà internazionale in una leva di sviluppo.
Sul fronte delle presenze turistiche, gli alberghi e gli agriturismi di Montalcino hanno sfiorato nel 2024 il record di 233mila arrivi, un incremento del 6,3% in dodici mesi e quasi del 30% rispetto al periodo pre-Covid. Una tendenza che non accenna a rallentare: le stime provvisorie del 2025 confermano un ulteriore +0,6% nei primi otto mesi dell’anno, con circa 130mila presenze solo tra maggio e agosto. Spiccano, all’interno del flusso, i segnali di vitalità di mercati che fino a qualche anno fa pesavano meno, come Francia, Europa dell’Est, Cina e Regno Unito. È un movimento che si traduce in liquidità diffusa e che, come spiega il presidente del Consorzio, Giacomo Bartolommei, contribuisce a dare ossigeno alle imprese locali in un momento non semplice per il settore: «Un moltiplicatore di ricchezza, quello dell’enoturismo, che influisce positivamente sulle imprese vitivinicole, alle prese con un’agenda difficile tra dazi Usa e calo dei consumi, ma anche sull’intera economia del territorio di Montalcino, per un beneficio diretto e indiretto da oltre 150 milioni di euro».
L’identikit dell’enoturista che arriva sulle colline del Brunello restituisce l’immagine di un pubblico ormai maturo e internazionale: la permanenza media è di 2,4 giorni, il 74% sceglie strutture extra-alberghiere e i viaggiatori stranieri rappresentano il 71% degli arrivi. Oltre due terzi provengono da Paesi extraeuropei, con una crescita significativa negli ultimi cinque anni. Gli Stati Uniti restano il bacino principale, forti di un +47% e di 50mila presenze nel 2024, ma sorprende l’espansione dei mercati dell’Est europeo (+87%) e di quelli del Far East e dell’Oceania. Australia, Corea del Sud e Cina hanno fatto registrare incrementi che oscillano tra +61% e +115% rispetto al 2019. E anche mercati “vicini”, come Spagna (+108%), Polonia (+89%) e Francia (+43%), stanno contribuendo ad allargare la base di visitatori.