Centomila euro in tre mesi. È quanto ha già sborsato Bottega Spa a causa dei dazi imposti sull'export verso gli Stati Uniti. Un peso che rischia di diventare insostenibile per l'azienda di Bibano di Godega (Treviso), tra i principali produttori italiani di Prosecco, se l'Unione europea non riuscirà a chiudere in tempi brevi un'intesa con l'amministrazione Trump. «Se ci sarà l'accordo al 10%, potremmo considerarlo in definitiva positivamente. Oltre, invece, il danno sarebbe molto importante» avverte Sandro Bottega, a capo della storica azienda veneta.

Sandro Bottega
Lo scenario internazionale, già teso, si complica ulteriormente con la minaccia di nuovi dazi americani. I colloqui tra Bruxelles e Washington puntano a fissare un tetto del 10%, una soglia che le imprese italiane del vino potrebbero ancora reggere. Oltre, però, si entrerebbe in un terreno pericoloso. Secondo Bottega, l'impatto non si limiterebbe solo ai bilanci, ma coinvolgerebbe anche i rapporti commerciali e diplomatici: «Sicuramente ci saranno dei contraccolpi con un calo delle vendite, ma soprattutto si incrineranno i rapporti a tutti i livelli».
La sua azienda, attiva in oltre 150 Paesi e con una forte presenza nel mercato statunitense, si trova già ora a fronteggiare pressioni notevoli. «Per noi al momento il costo dei dazi è di quasi 100mila euro in 3 mesi, e ovviamente non potremo subirlo a lungo, soprattutto con la minaccia dei grandi gruppi americani di delistare i prodotti se non ci facciamo carico di questo 10%» spiega l'imprenditore. La questione, infatti, non è solo legata al pagamento diretto dei dazi, ma anche alla sostenibilità della relazione con i distributori d'oltreoceano: «Il problema è che non abbiamo margine del 10% e quindi, prima o poi, o il consumatore americano accetterà di pagare un po' di più, oppure saremo costretti a far delistare i prodotti».
Al quadro già complesso si aggiunge l'ombra dell'instabilità geopolitica. L'aggravarsi del conflitto in Medio Oriente tra Iran e Israele, secondo Bottega, sta generando un effetto domino sul clima generale: «L'estensione della guerra porta sfiducia nei mercati, riduzione dell'ottimismo in genere e una minore propensione ai viaggi». Per questo, già da due anni, l'azienda ha deciso di prendere posizione pubblicamente: «Abbiamo deciso dal 2022 di inserire nella homepage del nostro sito il banner "Bottega sostiene la democrazia e ripudia la guerra e le dittature", in modo da dare un messaggio di impegno morale che possa essere un invito anche per l'opinione pubblica».