Un migliaio di metri quadri trasformati in un laboratorio a cielo aperto, con 700 viti in vaso, sensori indossabili e sistemi di monitoraggio ambientale. È Campus Grapes, la prima vigna urbana hi-tech al mondo, inaugurata al Politecnico di Torino e ideata dalla start up torinese Un progetto che nasce dalla collaborazione tra università, istituzioni e imprese del territorio e che punta a diventare un modello replicabile in altre città.

Campus Grapes, la prima vigna urbana hi-tech al mondo
La vigna urbana si presenta come uno spazio multifunzionale, pronto ad accogliere laboratori, aree di co-working, percorsi formativi e spazi espositivi dedicati alla transizione ecologica e digitale. A garantirne il valore scientifico è un Comitato Scientifico coordinato dal Politecnico e dall’Università di Torino, con il compito di indirizzare le attività di ricerca e stimolare il coinvolgimento di docenti e studenti.
Non mancano le innovazioni agronomiche: dalle viti in vaso, che permettono un controllo puntuale delle condizioni di crescita, ai sistemi sperimentali di allevamento per testare la viticoltura in contesto urbano. Tra le tecnologie già operative ci sono sensori per monitorare la salute delle piante e gestire l’irrigazione, composti a base di biochar per stimolare la crescita e strumenti per il controllo della qualità dell’aria, con attenzione particolare al contenuto di CO2.

Campus Grapes: il taglio del nastro
Campus Grapes prende vita anche grazie alla partecipazione della città. La prima fase di crowdfunding ha raccolto oltre 100mila euro, grazie al sostegno di 13 sponsor e numerosi sostenitori privati. Tra i partner figurano Lavazza Group, Reale Foundation, Exclusive Brands Torino, Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino, Zoom e altri attori dell’ecosistema torinese. Una seconda fase di raccolta fondi servirà ad arricchire l’area con panchine, illuminazione e segnaletica interattiva, rendendo lo spazio sempre più fruibile anche dal pubblico.
L’ingresso ufficiale nell’Urban Vineyards Association (U.V.A.) inserisce la vigna torinese in una rete internazionale di vigneti urbani. Con la sua miscela di tecnologia, viticoltura e partecipazione, il progetto segna un passo importante per l’innovazione sostenibile e conferma Torino come laboratorio europeo di idee che sanno guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici.
Di: Piera Genta