La grappa è l’unica bevanda spiritosa italiana ad aver trovato spazio nell’accordo commerciale tra Unione europea e Mercosur. Tra le 344 indicazioni geografiche riconosciute, il distillato di vinacce italiane ottiene una tutela ufficiale che ne rafforza l’identità e apre un nuovo capitolo per l’export verso il Sudamerica.

La grappa, il distillato italiano che è entrato nell’accordo Ue–Mercosur
Il risultato è frutto del lavoro di AssoDistil e del Consorzio nazionale grappa, che hanno puntato sulla promozione e sulla protezione del distillato in un contesto internazionale sempre più competitivo. L’intesa, che dovrà ora essere approvata da Consiglio e Parlamento europeo, introduce un alleggerimento delle tariffe doganali fino al 35% sulle bevande spiritose. Una misura che può incidere in maniera concreta sulla competitività delle imprese europee e, allo stesso tempo, offrire ai produttori italiani una nuova spinta commerciale nei Paesi del Mercosur. Il riconoscimento assume un significato particolare proprio nei mercati sudamericani, dove la forte presenza di comunità di origine italiana rappresenta un terreno fertile per consolidare la diffusione della grappa. Non si tratta soltanto di una tutela formale, ma di uno strumento che può tradursi in opportunità concrete di posizionamento e di crescita, anche in un momento in cui il comparto deve ancora assorbire l’impatto dei dazi statunitensi.
«La tutela della grappa sarà fondamentale per promuovere il nostro distillato di bandiera tra le comunità italo-americane e per far conoscere l'arte distillatoria italiana a un pubblico più ampio. l’apertura dei mercati sudamericani, sebbene non possa compensare i danni subiti dall’imposizione dei dazi statunitensi, rappresenta una grande opportunità per i nostri produttori» ha dichiarato Sebastiano Caffo, presidente del Consorzio nazionale grappa. AssoDistil e il Consorzio hanno anche sottolineato l’importanza di garantire il rispetto della denominazione grappa, che spetta unicamente all’acquavite prodotta da vinacce italiane. L’accordo prevede infatti alcune salvaguardie per i distillati locali, ma resta ferma la necessità di vigilare contro gli usi impropri del termine, a tutela di una tradizione che ha costruito nel tempo la reputazione internazionale del distillato.