Royale, nata 25 anni fa da un’idea di Vittorio Fanfarillo come piccola azienda familiare, si è affermata nel corso del tempo come una delle realtà più importanti nel settore Horeca, affermandosi in oltre 35 mercati in tutto il mondo: dagli Stati Uniti al Giappone, dall’Australia agli Emirati Arabi, dalla Russia alla Germania, e poi ancora Spagna, Olanda, Belgio, Francia, Romania e Slovenia, solo per citarne alcuni. Ma come si può sopravvivere oggi in un mercato sovrabbondante di offerta, con prodotti importati da altre nazioni che presentano spesso prezzi concorrenziali? E quale significato ha oggi produrre ancora in Italia? Ne parliamo con il direttore generale di Royale, Angelo Fanfarillo.
Cosa vuol dire Royale?
Royale è tutto quello che il ristoratore cerca, è innovazione, freschezza dei prodotti, qualità. L’azienda ha fatto passi da gigante, 10 anni fa producevamo solo ed esclusivamente articoli per la cottura ed il buffet, pezzi molto grandi e lavorati con precisione maniacale, articoli difficilmente riproducibili da altri. Poi i tempi sono cambiati e abbiamo sentito la necessità di entrare in nuove aree tematiche: la tavola, molto più esigente ma sicuramente in grado di dare anche altre soddisfazioni.
L’obiettivo è quindi dedicarsi solo alla mise en place?
Assolutamente no, non perderemo mai la nostra natura, il prodotto Royale da cottura e da esposizione è riconosciuto in tutto il mondo, sono le stesse compagnie (navi da crociera, catene alberghiere, società di ristorazione collettiva e commerciale) che chiedono da capitolato i nostri articoli. Un giorno mi sono domandato: ma se siamo così “riconosciuti” in questo ambito, perché non provare a lavorare con la stessa meticolosità piatti per la tavola? Ed il risultato è sotto gli occhi di tutti.
In effetti Royale si trova a fianco dei più importanti cuochi del mondo, nei ristoranti e nei resort più rinomati. Come siete arrivati a questo risultato in così poco tempo?
Non c’è un segreto né purtroppo una “bacchetta magica”, girare il mondo, cercare di capire in che direzione sta andando il mercato e soprattutto avere l’umiltà di ascoltare. Parlare con gli chef, con la sala, capire le esigenze, non dire mai di no. All’inizio non ci conosceva nessuno, abbiamo preso tante “porte in faccia”, io compreso. Ma non ci siamo arresi, abbiamo lavorato con insistenza, provato e riprovato, fino a quando alcuni importanti chef hanno iniziato a notarci, ad utilizzare i nostri piatti, e poi è stato tutto più facile.
Tra le vostre linee di punta ci sono Dudson e Bonna, due brand mondiali. Cosa significano per Royale?
Di sicuro il prestigio di avere come partner per il mercato italiano queste due realtà è motivo di orgoglio. Entrambe seguono la nostra filosofia: stare al passo con i tempi ed essere promotori di mode, tendenze. Oggi è tutto troppo veloce, con un click sei dall’altra parte del mondo e in 12 ore hai un corriere che ti consegna la merce. Se non ti confronti, non ti aggiorni, sei tagliato fuori. Con loro c’è un feeling unico: con Dudson lavoriamo da più di 30 anni, con Bonna è tutto più recente, ma già si capisce che corriamo verso un unico obiettivo.
Angelo, il mese scorso ha rivelato che state per lanciare una nuova collezione, “Diva”. Ci può svelare di più?
Abbiamo sentito la necessità di continuare il successo senza eguali di SuMisura, e per fare ciò ci siamo spinti oltre, cercando materiali alternativi e forme mai viste. Lo scorso mese alla fiera Hostelco di Barcellona abbiamo fatto una pre-presentazione e gli chef spagnoli sono letteralmente impazziti. Sinceramente non avevamo molti dubbi, poiché Diva è il risultato di un costante confronto con i più grandi opinion leader d’Italia, ma così non ce lo aspettavamo nemmeno noi! Ora però non posso dire altro, un po’ di pazienza: a gennaio 2017 ci sarà la presentazione ufficiale.
Royale
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