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“Presto”, il nuovo voucher non piace Cursano (Fipe): «Schiaffo al buonsenso»

Già il sondaggio di Confesercenti di qualche tempo fa aveva rilevato la forte delusione delle imprese per l'abolizione del voucher. Aldo Cursano, vice presidente vicario Fipe afferma: «Un sistema che ostacola la crescita»

di Andrea Radic
 
10 luglio 2017 | 16:10

“Presto”, il nuovo voucher non piace Cursano (Fipe): «Schiaffo al buonsenso»

Già il sondaggio di Confesercenti di qualche tempo fa aveva rilevato la forte delusione delle imprese per l'abolizione del voucher. Aldo Cursano, vice presidente vicario Fipe afferma: «Un sistema che ostacola la crescita»

di Andrea Radic
10 luglio 2017 | 16:10
 

Un sondaggio realizzato da Confesercenti all'indomani dell'abolizione del voucher aveva fornito una fotografia estremamente nitida: solo il 51% delle imprese che li utilizzavano, infatti, ha deciso di cercare un altro inquadramento contrattuale per coprire le prestazioni di lavoro precedentemente pagate con i buoni; la restante metà degli imprenditori si divide tra chi non sa come risolvere la situazione - il 28% - e chi invece ha già stabilito di fare del tutto a meno del lavoro accessorio (21%). In termini assoluti, il calo potrebbe tramutarsi nella perdita di un’occasione di guadagno per circa 300mila italiani.

Aldo Cursano - Presto, il nuovo voucher non piace Cursano (Fipe): «Schiaffo al buonsenso»

Aldo Cursano

Ad oggi le imprese, in generale, non hanno apprezzato l’abrogazione dei voucher sottolinenando che danneggia gravemente l’attività di alcuni settori in particolare come quello turistico e della ristorazione. Lo mette chiaramente in luce Aldo Cursano, vice presidente vicario Fipe e imprenditore proprietario del Caffè Le Rose, locale storico a Firenze e di due diversi ristoranti tra il capoluogo toscano e la provincia.

Cursano i timori erano fondati e il rimedio è peggiore del problema?
È così, il nuovo strumento incide del 22 % in più sul costo del lavoro e, al di là delle chiacchiere, tocca pesantemente il settore ristorazione imponendo il tetto dei cinque dipendenti a tempo indeterminato, limite che crea gravi problemi.

Quali?
Esclude la possibilità di gestire la marginalità di imprevisti e situazioni stagionali, fattori essenziali del mercato del turismo, cui invece il voucher rispondeva grazie alla sua flessibilità.

Il Presto non le piace?
Ci troviamo davanti a un sistema che ostacola la crescita. Le imprese che si trovano ad aver bisogno temporaneamente di alcuni dipendenti in più, si può riorganizzare e gestire la situazione solo con strumenti flessibili. È un settore dove il lavoro è fluttuante. Un'impresa familiare che opera nel turismo, come può stare al di sotto dei cinque dipendenti a tempo indeterminato?

Un modello che non funziona?
Uno schiaffo al buonsenso e al principio di uno Stato che dovrebbe accompagnare le imprese e non ostacolarle. Dovrebbe invece aiutarle a rispondere ad un mercato in continua evoluzione. Al contrario restiamo bloccati da procedure e accessi al mercato del lavoro che ci legano le mani. Hanno tradito le aspettative, non entro nel merito del budget, quando il lavoro è occasionale, ma devi mettere le imprese che lavorano nel mercato turistico, legato a costanti imprevisti, in condizione di poter utilizzare strumenti flessibili.

Il settore della ristorazione si dimostra un traino dell'economia perché danneggiarlo?
Al di là di tutto notiamo un atteggiamento violento nel non rispondere ai bisogni del turismo e della ristorazione. Il limite dei cinque addetti, costringe a restare piccoli o addirittura a ridimensionarsi, che aiuto all'occupazione è mai questo?

Erano meglio i voucher?
I voucher sono sempre stati marginali, nel mio caso 3mila euro su centottanta di costo del personale, altre aziende ne utilizzavano per 4mila, dieci volte tanto di costi complessivi. Ma proprio perché era uno strumento marginale, consentiva flessibilità e rispondeva alle esigenze impreviste come un evento, un gruppo di cento turisti non preventivato, un catering da organizzare. Oggi sono costretto a rinunciare a queste opportunità perché non ho strumenti per coglierle, il voucher faceva comodo a tanti lavoratori come studenti o pensionati che non cercano un posto fisso, ma saltuarie occasioni. Tutto questo non c'è più, non so chi abbia vinto, ma di certo ha perso il Paese.  pensionati che non volevano l'avrò continuo.

Eppure le politiche di rilancio del settore turistico e culturale non mancano, i ministri Franceschini e Martina le mettono in campo...
Sono prospettive che i Ministri da lei citati individuano come leve di ricchezza, ma dobbiamo renderci conto che il mando turistico, culturale ed enogastronomico sono direttamente collegati alla mano d'opera. Se l'incoming turistico funziona, il settore deve essere messo nelle condizioni di fare. Il turismo può far crescere occupazione diretta ma serve flessibilità. Io imprenditore devo potermi organizzare in modo flessibile. Altrimenti faremo la fine del resto del sistema produttivo italiano, che ha perso a causa di rigidità amministrative. Dobbiamo poter avere collaboratori produttivi in un contesto flessibile. Altrimenti è solo ideologia.

Un mercato ricco di opportunità ma anche di imprevisti
Troppe imprese hanno delocalizzato perché che lo Stato non è capace di rispondere. Un’impresa ha bisogno di cinquanta persone perchè ha vinto un appalto? Deve poterle avere grazie a quote di flessibilità, oppure non potrà cogliere le opportunità sempre più veloci. Lo spostamento dei flussi turistici è legato a mille fattori imprevedibili e non consente di investire sul lavoro a tempo indeterminato, altrimenti i costi faranno fallire le imprese.

Ma il posto fisso è una garanzia
Le figure professionali capaci oggi lavorano da me, domani da un collega, dopodomani in un albergo. Per dare garanzie servono reti d'impresa che diano continuità, che garantiscano il lavoro e non il posto fisso alla Checco Zalone.

Insomma come si dice a Firenze «gli è tutto da rifare»
Il sistema introdotto crea disaffezione e abbatte lo spirito di impresa, ci aspettavano una risposta diversa, il nostro settore non ha abusato del voucher, ma vanificare il tutto è stata una violenza che ha tradito le aspettative.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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