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Lavoro a chiamata, il 2017 un anno boom Crescita esponenziale, burocrazia lenta

 
19 marzo 2018 | 12:50

Lavoro a chiamata, il 2017 un anno boom Crescita esponenziale, burocrazia lenta

19 marzo 2018 | 12:50
 

Rappresenta la forma di lavoro più flessibile e il settore della ristorazione risulta esserne uno dei maggiori fruitori. Il riferimento è il Lavoro a Chiamata, che nel 2017 ha registrato ottimi risultati.

I dati Istat parlano chiaro. Dopo quattro anni di variazioni tendenziali negative, il numero dei lavoratori a chiamata ha subito un primo incremento nel quarto trimestre del 2016 (+2,5%) che si è accentuato nel primo trimestre 2017 (+13,1%). La forte crescita è stata dovuta anche a una tendenza alla sostituzione dei voucher, che a partire dal 18 marzo 2017 non sono stati più venduti.

(Lavoro a chiamata, il 2017 un anno boom Crescita esponenziale, burocrazia lenta)

Tendenza al rialzo che si è rivelata un boom nel terzo trimestre 2017: +77,9% con un incremento assoluto di 95mila unità iniziato già dal secondo trimestre (+75,6%), soprattutto a seguito dell’abrogazione del lavoro accessorio.

Il 2017 è stato dunque l’anno della crescita assoluta del lavoro a chiamata, ma la burocrazia per poterlo gestire ha i suoi tempi. Per questa ragione è nata la piattaforma LaC, presentata di recente alla federazione ristoratori delle Puglie. Si tratta di uno strumento che consente ad aziende e professionisti di snellire in modo facile e sicuro l’iter burocratico nella gestione degli adempimenti del lavoro intermittente.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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