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Decreto sulla cattura del tonno rosso Più operatori e meno frodi in vista

di Antonio Stanzione
 
03 maggio 2018 | 12:10

Decreto sulla cattura del tonno rosso Più operatori e meno frodi in vista

di Antonio Stanzione
03 maggio 2018 | 12:10
 

In occasione del World Tuna Day il ministero delle Politiche agricole ha adottato il decreto con cui si provvede alla ripartizione delle quote di cattura del tonno rosso. Esso ha validità per il triennio che scatta dall'anno in corso (2018) e si concluderà nel 2020; per la prima volta non si tratta di una firma “politica”.

A sottoscrivere il documento infatti è stato il direttore generale della Pesca marittima e dell’acquacoltura, mentre in passato veniva attribuito a un livello di indirizzo politico. La recente giurisprudenza sia della Corte Costituzionale che della giustizia amministrativa ha infatti chiarito la natura meramente gestionale del provvedimento, permettendo al direttore generale di compiere tempestivamente un atto amministrativo di elevata responsabilità istituzionale, senza il quale l’Italia avrebbe rischiato di compromettere l’attività di un settore trainante per l'intero comparto pesca.

(Novità nella cattura del tonno rosso Più operatori e meno frodi in vista)

Il nuovo provvedimento recepisce, in maniera integrale, gli ulteriori incrementi delle possibilità di pesca stabiliti in seno all’Iccat (International commission for the conservation of Atlantic tunas) nel corso del 25° meeting tenutosi a Marrakech, in Marocco, nel novembre dello scorso anno e formalizzati nella raccomandazione n.17-07; raccomandazione che a livello europeo si è tradotta nel regolamento (Ue) 2018/120 che ha ripartito tra le flotte degli Stati membri il Tac (totale ammissibile di cattura) del tonno rosso assegnato all'Unione Europea.

A fronte di un Tac internazionale che, nel triennio 2018-2020, è destinato ad aumentare progressivamente fino al 2020 di quasi 14mila tonnellate rispetto al 2017, il contingente nazionale beneficerà di altrettanti significativi incrementi che, già a partire dal 2018, porteranno ad un innalzamento delle opportunità di pesca per un totale di circa 500 tonnellate.

Nell’arco pluriennale fino al 2020, si prevede un livello di quota nazionale molto vicino alle 5mila tonnellate, muovendosi verso il quasi ripristino di quei valori raggiunti prima delle grandi riduzioni del biennio 2009-2010 e che segnarono pesantemente il settore.

Tale aumento si aggiunge a quanto già concordato dalle parti contraenti dell’Iccat per il triennio precedente 2015-2017, fornendo palese dimostrazione di quanto siano stati efficaci i sacrifici sostenuti dagli operatori nel quinquennio precedente (2009-2014), attraverso l’implementazione di rigidi e tassativi Piani di Ricostituzione dello stock Mediterraneo.

Un’attenta gestione, caratterizzata da specifiche misure di natura tecnica e da una pressante attività di vigilanza e controllo, ha consentito, nel medio periodo, la ricostituzione di adeguati livelli di biomassa, debitamente evidenziati nei più recenti rapporti dello stesso comitato scientifico dell’Iccat. Nuovi scenari all'orizzonte, sempre basati su vincolanti parametri di ecosostenibilità, consentono di guardare a rinnovate prospettive di redditività, anche a vantaggio di un ventaglio più allargato di imprese di pesca.

Il nuovo provvedimento presenta, infatti, diversi profili di novità in funzione delle ulteriori ed accresciute possibilità di pesca. In particolare, si prevede la possibilità di un aumento degli operatori autorizzati alla pesca bersaglio del tonno rosso e l’ulteriore incremento delle limitazioni annuali in materia di catture accessorie, fermo restando le soglie massime ammesse in sede sbarco, con particolare riguardo alle imbarcazioni autorizzate alle catture bersaglio del pesce spada e/o dell’alalunga.

Il provvedimento si apre, dunque, a nuovi operatori, coinvolgendo soprattutto le aree più depresse del Paese, dove la pesca rimane ancora confinata in un “angolo di ancestrale tradizionalità”. Ci si augura che queste nuove regole favoriscano l'arrivo sulle nostre tavole di un po’ di “vero” tonno rosso del Mare Nostrum e limitino il fenomeno sempre più diffuso di frodi e contraffazioni, che danneggiano tutti, operatori e consumatori, mortificando una risorsa tanto nobile, un'eccellenza per il nostro Paese.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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