Nella cultura napoletana, fare il pizzaiolo è più di un mestiere: è un sapere condiviso, custodito nel gesto, nella memoria, nella dedizione quotidiana. A rappresentare questo passaggio generazionale oggi è Enzo Coccia, maestro pizzaiolo di riferimento nel panorama italiano, che ha scelto di affiancare i figli Andrea e Marco nel proseguire l’attività familiare.

Enzo Coccia con i figli Andrea e Marco
Conosciuto per il rigore tecnico e per essere stato il primo pizzaiolo segnalato dalla Guida Michelin nel 2010, Enzo Coccia ha elevato la pizza napoletana a simbolo gastronomico nazionale, mantenendo sempre saldi i legami con la tradizione e l’autenticità.
Il sapere artigiano e i valori del mestiere
Per Enzo Coccia, insegnare questo lavoro non significa solo trasferire competenze tecniche. È un processo più profondo, che riguarda il rispetto per la materia prima, la cura del dettaglio, l’etica del lavoro. «Trasmettere un sapere artigiano come quello del pizzaiolo significa insegnare rispetto, disciplina e qualità. È un atto d'amore verso la propria terra e verso chi verrà dopo di noi» – afferma Enzo.
Le pizzerie La Notizia: due sedi, una visione
Andrea e Marco Coccia sono oggi protagonisti nelle due sedi storiche di famiglia: La Notizia 53 e La Notizia 94. Le pizzerie sono pensate come veri e propri laboratori di cultura gastronomica, in cui la tradizione si confronta con una sensibilità contemporanea.
La Notizia: pizza Margherita (foto Alessandra Farinelli)
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La Notizia: pizza Marinara (foto Alessandra Farinelli)
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La Notizia: pizza Doppissima (foto Alessandra Farinelli)
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La Notizia: pizza Sorrento Coast (foto Alessandra Farinelli)
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Il menu riflette la biodiversità campana, con particolare attenzione alla stagionalità e alle eccellenze territoriali. Tra le specialità più richieste: le ‘Mpustarelle, marenne napoletane farcite con ingredienti ricercati come ventresca di maiale e fiordilatte di Agerola, oppure mortadella Bologna IGP e pesto di pistacchio di Bronte.
Coccia, pizza in pala e pizza nel rutiello: le varianti della tradizione
Presso La Notizia 94, si sperimenta anche con forme alternative alla classica tonda. Le pizze in pala sono pensate per una condivisione conviviale e propongono topping generosi, come melanzane a funghetto con cacioricotta, oppure prosciutto San Daniele con stracciata di bufala e pomodorini del piennolo.

La sal di La Notizia (foto Alessandra Farinelli)
Le pizze nel rutiello, cotte in tegame tondo, valorizzano una tradizione contadina e offrono versioni come la Caponata con melanzane bianche o la Santa Lucia con alici di Cetara e pomodorini gialli.
Coccia: una carta che valorizza territorio e creatività
La proposta si distingue per varietà e profondità. Oltre alle pizze della tradizione, si trovano proposte più innovative come la Doppissima (doppio pomodoro e doppia mozzarella) o la Cetara, con bottarga di tonno e pesto di prezzemolo e limone. Grande attenzione anche agli ingredienti: scamorza dei Monti Lattari, colatura di alici, provolone del Monaco, ricotta di bufala, ventricina abruzzese, salsiccia di maiale e capocollo dell'Alta Irpinia sono solo alcuni dei prodotti selezionati. La chiusura del pasto è affidata a dessert semplici e curati: focacce dolci, tartufi artigianali e dolci del giorno, con il “Murzillo” alla crema di nocciola come proposta simbolica e identitaria.

Enzo Coccia
Coccia, il gusto nel bicchiere: vino e birra in abbinamento
Un altro elemento distintivo della filosofia Coccia è l’abbinamento tra pizza e bevande. La Notizia 94 propone una carta dei vini e delle birre pensata per accompagnare con coerenza ogni sapore del menu.

Andrea e Marco Coccia
Andrea e Marco Coccia, attualmente impegnati con l’AIS Campania, stanno approfondendo il ruolo del sommelier applicato alla pizza. «Ogni pizza ha la sua voce e il suo equilibrio: il nostro compito è trovare la bevanda che ne esalti le caratteristiche, come una nota musicale che completa l’armonia» spiegano i due fratelli.

Coccia: tradizione, ricerca e continuità
La storia della famiglia Coccia è un esempio di trasmissione del sapere, capace di coniugare memoria e innovazione. La pizza, nelle loro mani, non è soltanto cibo, ma un linguaggio della cultura napoletana, che trova espressione viva nel lavoro quotidiano e nel dialogo continuo tra passato e futuro.