Professionalità del pasticcere Sempre più urgente la tutela

Tra le sfide che attendono la Conpait per il prossimo anno c’è sicuramente il riconoscimento della figura professionale del pasticcere a livello internazionale. Un dibattito avviato già un paio di anni fa

11 gennaio 2019 | 09:16
di Federico Anzellotti
È ormai sempre più stringente la necessità di un pieno riconoscimento a livello normativo di una delle figure professionali sempre più richieste, in Italia e all’estero. Ma la pasticceria è un orgoglio nazionale da tutelare, perché non c’è una qualifica di pasticcere riconosciuta da un ente pubblico. In Italia infatti chiunque può aprire una pasticceria senza nessuna formazione, generando un sistema che non solo penalizza la professionalità e mortifica la competenza ma, soprattutto, non tutela i consumatori.



La qualità passa attraverso la formazione, ecco perché la Confederazione pasticceri italiani ha da tempo siglato con CastAlimenti e ora anche con l’Università dei Sapori di Perugia degli accordi per spingere sulla leva dell’alta formazione. Come Conpait abbiamo cercato di tracciare un percorso formativo, anche partendo dagli istituti alberghieri, perché non esiste neanche un insegnamento né una classe di concorso per insegnare pasticceria nelle scuole italiane. Ecco perché abbiamo siglato con gli istituti secondari un protocollo d’intesa che consenta a Conpait di formare i docenti delle scuole superiori. Il primo esperimento in Italia è stato avviato con l’Istituto alberghiero De Cecco di Pescara, fresco dei festeggiamenti per i 50 anni, e sta già dando i suoi frutti.

Altra sfida che attende la Conpait riguarda un progetto etico in cui crediamo molto: avviare dei laboratori di pasticceria nelle carceri italiane. È una forma di inclusione sociale che potrebbe dare ottimi risultati.

Un altro obiettivo è che ci sia sempre più la consapevolezza da parte della categoria che il panettone è il dolce simbolo del Pastry made in Italy, ma su questo fronte si vedono già i primi risultati, con panettoni espressione dei prodotti regionali tipici, monoporzioni e un proliferare di attenzione intorno a questo dolce non più simbolo solo delle festività natalizie. Buon anno a tutti i lettori!

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