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Le pizze de La Figlia del Presidente Da Napoli si guarda al resto del mondo

di Vincenzo D’Antonio
 
11 ottobre 2017 | 17:21

Le pizze de La Figlia del Presidente Da Napoli si guarda al resto del mondo

di Vincenzo D’Antonio
11 ottobre 2017 | 17:21
 

Siamo nel ventre di Napoli, al Decumano inferiore, noto come Spaccanapoli. La vita pulsa nei vicoli. Qui la pizza è il cibo quotidiano da sempre. E qui la pizza la si apprezza da Maria Cacialli, la figlia del Presidente.

Il vezzoso patronimico nasce da episodio famoso occorso nella Napoli del G7 (luglio 1994) allorquando l'allora presidente Bill Clinton si trovò tra le mani, attonita la scorta, la pizza a portafoglio fatta dal mitico Ernesto Cacialli, il papà di Maria. Conduzione in cerniera di generazioni: Felice e Maria, coppia nella vita e nel lavoro, sono ben saldi, vivacissima, appassionata la loro laboriosità quotidiana, ammirevoli le loro intuizioni imprenditoriali che, in elegante understatement, stanno comportando aperture di pizzerie La Figlia del Presidente in Giappone ed ancor prima in Corea del Sud.

(Le pizze de La Figlia del Presidente Da Napoli si guarda al resto del mondo)

Il figlio Armando, insieme con la consorte Titti, alla conduzione quotidiana tra la produzione al piano di superficie, a vista, ed il servizio di sala, nel piano sotterraneo, di suadente fascino. Viavai al banco, sapiente l'occhio vigile di zio Salvatore, fratello del compianto Ernesto, bene accomodati, mai di fretta, al piano inferiore, sotto le volte della Napoli sotterranea. L'apporodo alla pizza al forno transita, ghiotto il passaggio, attraverso le pizze fritte specialità della casa. Imperdibili l'arancino di riso, il crocchè di patate, la frittatina di maccheroni e carne.

Buona e saggiamente non sterminata l'offerta di birre. Intriganti, poche ed ottime, le bottiglie di vino, campane in prevalenza. Una gradita sorpresa, giunge in tavola una sontuosa montanara, impeccabilmente eseguita, con la commovente presenza del ragù napoletano, quello vero, quello amorevolmente fatto come s'ha da fare! Gioiosa, allegra di suo, profumata, eccoci alla pizza: è la Terra Mia, ad omaggiare Pino Daniele. Pomodorino giallo, provola affumicata, basilico, olio extravergine di oliva. Non si resiste alla tentazione di ulteriore pizza e si opta per un grande classico: il Calzone, ovvero la pizza che, chiusa su se stessa, ha farcia piuttosto che topping. Farcia costituita da fiordilatte, pomodoro, basilico, prosciutto cotto, ricotta e filino di olio extravergine di oliva. È calzone da dieci e lode. Lode ad Armando, a Felice, a Maria ed a Titti, la cui presenza in sala è cospicuo valore aggiunto.

(Le pizze de La Figlia del Presidente Da Napoli si guarda al resto del mondo)

A chiudere, e non si può rinunciare, la pizza Tradizionale, benvenuta ancor più con i primi rigori invernali: pomodorini, provola, cicoli, pepe, basilico ed olio extravergine di oliva. Molto buoni anche i dessert, siano essi straccetti fritti o variazioni dolci di pizza. Prezzi meritoriamente modici.

Novembre e dicembre sono mesi di grande affollamento in questa parte del centro storico di Napoli. Siamo nelle vicinanze di San Gregorio Armeno, la via dei Presepi. Fermi restando gli orari canonici del pranzo e della cena, in questo periodo natalizio La Figlia del Presidente, ai beneficio dei tantissimi turisti gourmet, ha un'apertura quasi anytime!

Per informazioni: www.figliadelpresidente.com

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