L’Abruzzo è una regione che negli ultimi anni si è distinta per la maggior concentrazione di prodotti tipici. Questa peculiarità la si deve alla sua grande biodiversità dei venti e delle temperature, dalle vette maggiori degli Appennini fino al mare Adriatico. La stessa biodiversità che oggi ritroviamo nell’enogastronomia. Anche la cucina tipica abruzzese rappresenta due grandi anime: la vasta area dell’entroterra, dove i pastori ed i contadini si cimentano ancora oggi in piatti semplici e saporiti con carne bovina ed ovina e la zona costiera, dove la cucina marinara ne fa da padrona. In questa regione troviamo Rocca Calascio, un paesino che ancora oggi vanta il primato in Italia per il castello più in altura di tutta la penisola, 1460 metri sopra il livello del mare, uno dei più belli al mondo, utilizzato anche come set cinematografico per diversi film tra cui “Il nome della Rosa” con Sean Connery e “Ladyhawke” con la meravigliosa Michelle Pfeiffer.
Il territorio abruzzese, un viaggio da fare
La bellezza delle montagne, dei laghi e dei piccoli borghi sono solo alcuni dei fattori che, assieme alla ricca tradizione enogastronomica, stanno permettendo di incrementare le presenze nel territorio. Percorrendo le città ed i piccoli paesi non si può che degustare la
cucina tipica abruzzese che vanta varietà di prodotti identificativi come l’aglio rosso di Sulmona, i ceci di Navelli, la liquirizia di Atri e la Genziana, ma anche
Presidi Slow Food come il Canestrato di Castel del Monte, la cipolla bianca di Fara Filiorum Petri, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, la mortadella di Campotosto, il pecorino di Farindola e molti altri.
Uno dei piatti che più ricorda le tradizioni, che ancora oggi vengono tramandate di generazione in generazione, è le
Scrippelle m’bosse, vecchia ricetta di famiglia. Per scrippelle si intende crepes sottilissime fatte con acqua farina e uova e cotte su una padella caldissima mentre m’bosse, vuol dire “inzuppate” in un brodo di carne saporito che bagna le scrippelle rendendole morbide e gustosissime.
Maiella e Calascio
Non sono da tralasciare gli ormai inconfondibili
arrosticini, le virtù, le mazzarelle ed il parrozzo, l’antico pane delle mense contadine tanto caro a
Gabriele D’Annunzio. Oggi l’Abruzzo ha grandi riconoscimenti anche nel mondo dei vini e degli olii extravergine di oliva. Il
Montepulciano d’Abruzzo, il Trebbiano d’Abruzzo, la Passerina, il Pecorino ed il
Cerasuolo d’Abruzzo.
Sono oggi i vini più rappresentativi della regione con oltre tredici menzioni nella guida Gambero Rosso con i Tre Bicchieri. Ma il 2020 ha visto salire sul podio anche gli olii extravergine di oliva, con 11 menzioni nella guida Tre Foglie del Gambero Rosso. Che dire, una terra vocata al terroir e alla passione nel lavorare in sintonia con la natura.
Trabucco
E la ristorazione? Con tutte queste varietà di prodotti non poteva non assicurarsi il terzo podio come regione più visitata per la cultura enogastronomica e per la ricercatezza del dettaglio da parte degli chef, sempre più attenti alla trasformazione del prodotto e all’ottimo abbinamento cibo vino. Oltre alle tre Stelle Michelin del socio Euro-Toques di
Niko Romito,
Casadonna Reale a Castel di Sangro, ai quattro capisaldi con
la stella Michelin,
Villa Maiella della famiglia Tinari a Guardiagrele,
Al Metrò a San Salvo dello chef-patron
Nicola Fossaceca, alla
Bandiera di Civitella Casanova della famiglia Spadone e al
D One a Montepagano con lo chef
Davide Pezzuto, mi sento di consigliare ristoranti che nel loro percorso si sono sempre contraddistinti per innovazione e tradizione, per attenzione alla biodiversità e per la crescente formazione nella cultura gastronomica.
Sto parlando della Taverna 58 a Pescara, l’Arca ad Alba Adriatica, Tosto ad Atri, Ritrovo a Civitella Casanova, Manetta a Roseto degli abruzzi , Cipria di Mare a Martinsicuro e Zenobi a Colonnella. La mia idea dell’Abruzzo: vivere l'enogastronomia!
Per informazioni:
www.stefanonico.it