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Il “tesoro nascosto” di Gromo nei piatti del Posta al Castello

Il ristorante si trova nel borgo medioevale della Val Seriana (Bg) e si affida ai piatti tipici lombardi per soddisfare i palati dei clienti. Gromo conserva ricchezze storiche e culturali prestigiose e tutte da scoprire

di Marinella Argentieri
 
23 gennaio 2017 | 12:12

Il “tesoro nascosto” di Gromo nei piatti del Posta al Castello

Il ristorante si trova nel borgo medioevale della Val Seriana (Bg) e si affida ai piatti tipici lombardi per soddisfare i palati dei clienti. Gromo conserva ricchezze storiche e culturali prestigiose e tutte da scoprire

di Marinella Argentieri
23 gennaio 2017 | 12:12
 

“Ricca di storia, bella per natura” è l’efficace slogan pubblicitario della Pro loco di Gromo (Bg), suggestiva località turistica della Valle Seriana. “Tetti di ardesia, chiese romaniche, ville liberty” recita il depliant dell’associazione turistica che presenta il borgo medioevale, dominato dal castello costruito nella prima metà del XII sec. per la famiglia Bucelleni che, nel XVI sec., diviene proprietà della famiglia Ginami, da cui prende il nome. Il grande affresco di San Cristoforo, sulla parete del castello che domina la piazza, accoglie gli avventori del noto ristorante Posta al Castello (conosciuto semplicemente come "Posta") che, dal 1979, è ospitato nelle sale dell’antica fortezza.

Il tesoro nascosto di Gromo  è anche nei piatti del Posta al Castello

Gestito da sempre dalla famiglia Tonoli, propone succulente specialità ai funghi porcini, accanto a piatti della cucina lombarda. Dopo la prematura scomparsa di Vittorino Tonoli, appassionato e capace imprenditore, la moglie Alba, in cucina, affiancata dai figli Mauro e Chicco che curano la sala e il bar, guida il ristorante che negli anni si è aggiudicato premi e riconoscimenti da organizzazioni internazionali quali: i Cordon Bleu de France e la Chaine des Rotisseurs. Chicco ha raccolto il testimone del padre, tra i primi sostenitori dell’Associazione ristoranti regionali, nata in provincia di Bergamo nel lontano 1974, divenendo socio fondatore del sodalizio che si è recentemente costituito associazione no profit, per la valorizzazione della cucina tipica regionale, espressione di cultura ed importante elemento dell’offerta turistica.

In occasione della visita di alcuni giornalisti, Alba ha preparato un gustosissimo menu: i suoi porcini sott’olio e alloro hanno accompagnato il prosciutto di cervo, l’ineguagliabile zuppa di funghi e gli gnocchi di patate al formaggio di malga con erbe aromatiche e porcini hanno preceduto lo stracotto al Barolo con polenta e una carrellata di dolci accompagnati dal Moscato dell’azienda vitivinicola Bera di Neviglie (Cn) zona di elezione del raffinato vino da dessert, ha concluso il saporito pranzo. I golosi dolci di Alba stanno contendendo il ruolo da protagonista riservato ai funghi nei menu del Posta.

Mauro, Alba, Chicco Tonoli - Il tesoro nascosto di Gromo  è anche nei piatti del Posta al Castello

Mauro, Alba, Chicco Tonoli

Torte fragranti e semplici come quelli di casa: alle mele, al limone, ai frutti di bosco, al cioccolato o alla grappa, accompagnano anche le prime colazioni o il tè del pomeriggio, serviti nell’elegante bar del locale che si affaccia sulla valle del Serio. Il ristorante propone anche dessert al cucchiaio come il semifreddo al croccantino con salsa al cioccolato fondente o “il latte in piedi” una bavarese con salsa mou. È ancora un dolce, sconosciuto ai più e preparato una sola volta l’anno, il venerdì Santo, ad aggiungere merito alla cucina di Alba che tiene viva la tradizione con la Smaiasa, torta che viene offerta al termine della processione che precede la Pasqua, a tutti i partecipanti.

Oltre all’incantevole cornice naturale, al fascino del borgo e ai buoni sapori della cucina del Posta, Gromo, che è stata a lungo la fucina della Repubblica di Venezia, offre al turista il Museo delle armi bianche e delle pergamene. Due sale del Palazzo Milesi, XV secolo, rivestito di marmo grigio delle vicine cave di Ardesio, ospitano una collezione privata di spade ed alabarde, dal XV al XVII secolo; pergamene di grande interesse per la ricostruzione storica dell’attività della lavorazione del ferro a Gromo e un ciclo di affreschi, collocabile agli inizi del XVI secolo, che richiamano i commerci a lungo raggio che resero ricchi il comune e i suoi mercanti.

Per informazioni: www.postalcastello.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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