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A Dalmine rinasce una delle Torri Littorie Al suo interno apre l'Osteria del Conte

 
04 luglio 2018 | 10:32

A Dalmine rinasce una delle Torri Littorie Al suo interno apre l'Osteria del Conte

04 luglio 2018 | 10:32
 

Dal restauro di una delle cinque Torri Littorie esistenti in Italia, realizzata dall'architetto Giovanni Greppi nel 1936 a Dalmine in provincia di Bergamo, nasce un ristorante intimo ed esclusivo, l'Osteria del Conte.

Dopo anni di abbandono, a pochi chilometri da Milano, rinasce uno dei monumenti dell'architettura razionalista degli anni Trenta. Al suo interno l'Osteria del Conte, un locale pubblico che trova spazio in questo contesto storico; qui il contemporaneo incontra marmi austeri e si confronta con i canoni del design moderno di inizio Novecento, tra riferimenti alla scuola della Bauhaus e Gio Ponti.

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Il progetto di restauro è stato sostenuto dalla Famiglia Brembilla e firmato dall'architetto Mario Cassinelli, che è intervenuto su uno dei cinque beni monumentali di questo genere esistenti in Italia, una Torre Littoria tutelata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Culturali, un edificio dai caratteri inconsueti per il razionalismo.

La Torre, progettata dall'architetto milanese Giovanni Greppi, si distacca dalle connotazioni tipiche di un manifesto razionalista per eccellenza come la Casa del Popolo di Giuseppe Terragni a Como, dove oggi è ospitato proprio il Museo del Razionalismo. Greppi infatti inserisce nella struttura in pietra tenera di Predappio elementi come i tubi prodotti dalla Società Dalmine, che fungono da colonne per il porticato in marmo, un riferimento simbolico all'azienda siderurgica committente, un impianto decorativo inusuale per edifici del suo genere.

Questa torre monumentale si colloca esattamente al centro della Dalmine progettata da Greppi, di cui l'edificio è parte integrante: dalla metà degli anni '20 a quella degli anni '50 infatti l'architetto realizza anche il municipio, il palazzo direzionale della Società Dalmine, oltre al dopolavoro e alla mensa operaia, la casa di riposo, la chiesa e i quartieri Leonardo da Vinci e Garbagli.

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«Protagonista assoluta del progetto di interior design dell'Osteria del Conte è l'architettura stessa – spiega l'architetto Mario Cassinelli - nessun arredo se non l'essenziale, nessun ornato, nessun decoro, ma una continuità stilistica con il razionalismo, che punta a valorizzarne la tipica struttura a “sovrapposizione di scatole”, tra altezze importanti e riferimenti moderni, dal Bauhaus, a Gropius, a Mies Van Der Rohe, a Gio Ponti. Una combinazione di quinte e pareti modulate dalla luce dialoga con i materiali come  il marmo nero e il legno degli infissi, finiture che riprendono la tradizione architettonica degli anni '30, a cui si accostano i materiali contemporanei come vetro e acciaio inox scelti per evidenziare gli elementi tecnici, una soluzione che rende ancora più nitido il contrasto tra il moderno e il contemporaneo».

Per informazioni: www.osteriadelconte.eu

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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