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Cinquecento anni “suonati” Il record del ristorante La Campana

di Sabino Cirulli
 
28 settembre 2019 | 11:57

Cinquecento anni “suonati” Il record del ristorante La Campana

di Sabino Cirulli
28 settembre 2019 | 11:57
 

Cinque secoli di attività, un compleanno speciale per il locale più antico della Capitale che nella sua onorata attività ha visto avvicendarsi ai suoi tavoli personaggi famosi di ogni sorta.

Artisti, letterati, intellettuali e politici: tantissimi testimonial hanno contribuito a divulgare in Italia e in tutto il mondo la tradizione di una famiglia che ancora oggi dopo tanti anni si dedica con amore e passione alla cucina. Per celebrare questo genetliaco eccezionale, il titolare, Paolo Trancassini, erede di una storica famiglia di ristoratori, ha voluto pubblicare un libro di gran pregio dal titolo "La campana. Ricordi e pensieri a tavola nel ristorante più antico di Roma".

La sala del ristorante (Cinquecento anni suonati  Il record del ristorante La Campana)
La sala del ristorante

Un volume che può vantare la copertina disegnata da uno dei più importanti artisti viventi italiani, Luigi Ontani, e che raccoglie aneddoti e testimonianze d'affetto di tanti avventori: Roberto Capucci, Franco Purini, Anna Giolitti con il ricordo del pranzo domenicale di suo padre con Italo Calvino, Duccio Trombadori. Ma la lista di celebrità è davvero sterminata, si parte da Caravaggio, per poi passare a Goethe che menzionò il ristorante nel suo Viaggio in Italia, Federico Fellini e Anna Magnani, i reali di Spagna e di Belgio, Emmanuel Macron, Renato Guttuso, Keith Richards, Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Alberto Moravia, Elsa Morante e l'ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che qui consumò la sua prima cena pubblica al termine del suo mandato.

L'insegna dello storico ristorante (Cinquecento anni suonati  Il record del ristorante La Campana)
L'insegna dello storico ristorante

«Il nostro locale - spiega Trancassini - è una meta amata da chi cerca i buoni sapori di una volta, dell'arte dell'accoglienza, dell'atmosfera familiare e riservata e del piacere di sedersi a tavola per un viaggio nel gusto delle antiche ricette della tradizione romana e non solo. Questo è il filo conduttore di questo libro che orgogliosamente vuole zittire la globalizzazione riaffermando con forza l'importanza dei prodotti made in Italy e della cucina italiana, in particolar modo, della Capitale. La mia famiglia ha preso in gestione questa attività nel XIX secolo e questo sforzo editoriale vuole essere un omaggio a tutti coloro che mi hanno preceduto, in primis i miei genitori e mio nonno, che fu tra l'altro uno straordinario interprete della poesia a braccio. Al loro duro lavoro che ha portato La Campana ad essere un locale storico, entrato nel cuore di tanti. Non solo i clienti giunti da ogni parte del mondo, ma anche tutti i fornitori, quelle Botteghe storiche di Roma, di Campo de' Fiori dove ancora oggi, come una volta, scegliamo di rifornirci di prodotti di eccellenza».

Paolo Trancassini (Cinquecento anni suonati  Il record del ristorante La Campana)
Paolo Trancassini

Nell'affollata conferenza stampa di presentazione del volume la storica dell'arte Manuela Maggi ha ricostruito le vicende di questa che nel 2009 è stata riconosciuta la più antica attività della Provincia di Roma: «La prima attestazione della sua esistenza - dice - risale al 1518, e precisamente nel volume manoscritto delle Taxae Viarum, ossia le imposte che i cittadini pagavano sui fabbricati e la manutenzione delle strade, ove risulta che un tal maestro Pietro della Campana aveva sborsato in quell'anno per la sua casa, sei scudi. Non possiamo essere certi se sia stato davvero lui il primo proprietario di questa antichissima osteria che, almeno fino alla metà dell’Ottocento era secondo l'antica accezione anche albergo nonché stazione di posta, o l'abbia ereditata o acquistata da qualcun altro. Certo è che il vicolo in cui lui gestiva la sua attività, mesceva vino, ospitava e sfamava i forestieri, dava ricovero ai loro cavalli, non aveva un toponimo. Fu proprio questa osteria o meglio la sua insegna a battezzare questa strada del rione Campo Marzio». Un’ubicazione davvero felice che l'architetto Purini ipotizza sopra le fondamenta di una antica domus romana. Siamo infatti a due passi dal Tevere e dal Porto di Ripetta dove ogni giorno venivano scaricati nei secoli addietro vino e generi alimentari dall'entroterra, non lontano dal mercato della Rotonda e da Piazza del Popolo, un punto di passaggio per residenti e pellegrini che si dirigevano da una parte verso il Vaticano e dall'altra verso Piazza Navona e Campo de’ Fiori.

Una lunga storia destinata a continuare. «Riteniamo da sempre di essere il ristorante più antico - continua Trancassini - ed ora con questi documenti ne abbiamo la certezza e possiamo lanciare la sfida ad un ristorante di Madrid che attualmente detiene il record ma è solo del 1700. La sfida non è solo entrare nel Guinness ma proseguire con il progetto del libro. Abbiamo ricevuto e raccolto tantissime storie che per ragioni di spazio non abbiamo potuto includere in questo volume. Per questo abbiamo pensato di inserire nel nostro menu un invito a tutti i clienti. Chi vorrà, potrà scrivere il proprio pensiero su una cartolina da imbucare in un apposito contenitore. Sarà un modo semplice e che aiuterà a non disperdere i loro ed i nostri ricordi».

Dopo la presentazione non poteva mancare una degustazione dei classici della cucina romana che hanno fatto grande "La campana". Partenza con un succulento carciofo alla giudia seguito da fiori di zucca fritti e gli immancabili primi locali: rigatoni all'amatriciana e alla carbonara. Gran finale con una squisita crostata di arance amare. Sbirciando il menu emerge come non ci siano salti pindarici ma solida tradizione: oltre ai piatti già menzionati, in carta, filetti di baccalà fritti, Vignarola di verdure, fettuccine alici fresche e pecorino, tonnarelli cacio e pepe, coda alla vaccinata, pollo con peperoni, abbacchio arrosto, trippa alla romana, stracotti con rughetta, saltimbocca, braciolette allo scottadito.  La sensazione è quella racchiusa dalle parole di Duccio Tromabdori che così ricorda La Campana: «Cinquecento anni portati bene. Un'atmosfera accogliente, di spirito tradizionale che ti dà subito quell'impressione di luogo familiare, che si distingue per il tono e il sapore dei piatti serviti, sempre identici a sé stessi eppure ogni volta originali e diversi. Qui un servizio di gastronomia diventa un servizio culturale».

Per informazioni: www.ristorantelacampana.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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